Papa Leone XIV, quanta differenza con Papa Francesco

L’impressione è che i cardinali, dopo i frangenti tempestosi che hanno caratterizzato i dodici anni di pontificato di Francesco, abbiano scelto la mediazione
I simboli, anche quelli apparentemente secondari, in un’istituzione millenaria come la Chiesa assumono sempre un valore del tutto particolare e come Bergoglio volle manifestarsi subito ai fedeli e al mondo come un innovatore della Chiesa, allo stesso modo Robert Francis Prevost ha voluto presentarsi come un Papa più misurato, almeno nella forma e nelle parole.
Molti commentatori hanno sottolineato i richiami contenuti nel suo intervento, rigorosamente scritto, a papa Francesco e alla sua eredità. Considerato che su Prevost, eletto al quarto scrutinio, sono confluiti molti dei voti dei 108 cardinali nominati da Bergoglio (su 135 votanti) e che lui stesso doveva al suo predecessore la nomina a prefetto della congregazione dei vescovi - ruolo centrale nella Curia romana e probabilmente decisivo per l’elezione - l’omaggio a Francesco è apparso come un atto di riconoscenza dovuto più che una dichiarazione esplicita di volerne proseguire fedelmente il cammino.
L’impressione è che i cardinali, dopo i frangenti tempestosi che hanno caratterizzato i dodici anni di pontificato di Francesco, abbiano voluto scegliere un candidato di mediazione, aperto su tematiche come l’immigrazione, la pace, la sinodalità, ma al tempo stesso teologicamente più prudente su argomenti controversi in materia teologico-morale e di governo della Chiesa, e, soprattutto, capace di tenere unite le diverse anime della cattolicità, smussando quei contrasti interni, che le fughe in avanti di Bergoglio avevano fatto emergere.
La sensibilità sociale del nuovo Papa pare sottolineata dal nome scelto, che fa diretto riferimento a Leone XIII, il papa della Rerum novarum e padre della dottrina sociale della Chiesa, anche se resta tutto da scoprire come vorrà e saprà manifestare questa sensibilità nel magistero ordinario e straordinario della Chiesa.
Ancora tutto da esplorare sarà anche il rapporto di Prevost con il paese di provenienza, gli Stati Uniti, e il suo attuale governo. Da quanto pubblicato dagli organi d’informazione anglosassoni, pare che Prevost sia un elettore repubblicano registrato e che abbia votato in più occasioni, ultima delle quali nelle elezioni presidenziali del 2024. I suoi orientamenti sulle politiche sull’immigrazione risultano diversi da quelli dell’attuale presidenza, e si dice che a questo proposito abbia recentemente polemizzato sui social con il vicepresidente Vance. Comunque, Trump, che nei giorni scorsi aveva pubblicato una foto in cui si ritraeva vestito da Papa, ha dovuto rassegnarsi all’elezione di un altro papa americano e ha espresso immediatamente le sue felicitazioni esprimendo il desiderio di incontrarlo al più presto. Vedremo quanto presto accadrà e che cosa avranno da dirsi.
Giovanni Fantozzi
Da anni Lapressa.it offre una informazione indipendente ai lettori, senza nessun finanziamento pubblico. La pubblicità copre parte dei costi, ma non basta. Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci segue di concederci un contributo. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di lettori, è fondamentale.

Ucraina: dal mito filo-nazista di Stepan Bandera a Bella Ciao

Guerra in Ucraina, le parole della Merkel che non smentiscono Putin

Zelensky applaudito in Italia... Ma Israele non dimentica

Bakhmut è caduta, non per la RAI e i giornali italiani
Articoli Recenti
La folle rincorsa alle armi e la retorica bellica demoliscono lo stato sociale

Leader europei presi a calci dagli stivali Usa che hanno per anni baciato

Ucraina, il realismo di Trump e il riposizionamento europeo