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La nave del rimpatrio salpata dall’Albania: figuraccia internazionale

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Con la partenza dei dodici ospiti, resta ora vuoto il centro, dove i lavori di costruzione non sono ancora terminati.


La nave del rimpatrio salpata dall’Albania: figuraccia internazionale
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È tornata la calma al porto albanese di Shenjgin, dopo che è salpata la nave Vasalli della Guardia costieria con i 12 cittadini egiziani e bengalesi che le autorità italiane stanno riportando in Italia dopo la decisione di ieri del Tribunale di Roma, che non ha convalidato il fermo nel centro di trattenimento di Gjader, a una ventina di chilometri da qui. Ma il governo non sembra intenzionato a rinunciare al Protocollo Italia-Albania: fonti alla Dire riferiscono che un nuovo gruppo di migranti sarà portato nell’hotspot di Shenjgin “tra mercoledì o giovedì”. Insomma a giorni.
D’altronde la presidente del Consiglio Giorgia Meloni al Consiglio europeo ha presentato l’accordo quinquennale con Tirana da 650 milioni di euro come “un modello da esportare”, e ieri, dopo la decisione dei giudici di Roma, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha annunciato: “Ricorreremo fino alla Cassazione”.

Il capo del Viminale non ha attaccato la magistratura come fatto da altri del suo schieramento, ma “quel sistema” che impedirebbe a uno Stato di attivare “procedure veloci” per portare a termine i rimpatri.
Ma la sentenza del Tribunale di Roma, che ha sancito il loro rientro in Italia in quanto “Egitto e Bangladesh non possono essere considerati paesi sicuri” dove rimpatriare persone in fuga, non tiene conte solo delle leggi dello Stato, ma anche della sentenza del 4 ottobre della Corte di giustizia europea secondo cui i rimpatri vanno valutati caso per caso.

 

Per il momento, sono andate via le troupe televisive e i giornalisti locali e italiane che dalle prime ore del mattino hanno occupato la banchina di Shenjgin, sotto lo sguardo incredulo e divertito dei pescatori, impegnati a sistemare le reti, e di famiglie a passeggio.
Tra loro anche cittadini afghani parte di un accordo tra Stati Uniti e Albania per accogliere cittadini in fuga dopo l’agosto 2021 dal regime dei talebani. Per l'Italia resta una figuraccia internazionale di proporzioni enormi.
Il focus dei cronisti e dei curiosi si è concentrato sulla partenza della Vasalli della Guardia costiera, più piccola e veloce della nave della Marina militare che lunedì scorso aveva portato qui il primo gruppo di migranti. Presente al piccolo porto già dalle 7 di stamani, è infatti salpata nel giro di una decina di minuti. Velocissime le procedure di imbarco, iniziate alle 8.52: agenti della polizia di Stato italiana arrivati con un cellulare hanno scortato i dodici uomini di nuovo a bordo. Sono stati tratti in salvo solo 7 giorni fa. Con sé qualche zaino o borse piccole.
La Vasalli si è staccata dal porto pochi minuti dopo, destinazione Bari, dove dovrebbe arrivare tra le 14 e le 15. Previsto poi il trasferimento al Cara, dove dovrebbe essere prevista l’assistenza di operatori di Oim e Unhcr. E dire che ieri alla delegazione di monitoraggio composta da rappresentanti di Tavolo Asilo i funzionari del centro di trattenimento di Gjader avevano detto che il gruppo sarebbe arrivato intorno alle 11, una volta “completate le procedure burocratiche”. Con la partenza dei dodici ospiti, resta ora vuoto quel centro, dove i lavori di costruzione non sono ancora terminati.

Redazione Pressa
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