Così il presidente del Consiglio Mario Draghi, nell’aula della Camera, dove è stata approvata la risoluzione Uraina con 410 voti favorevoli, 29 contrari e 34 astenuti si rivolge soprattutto a chi ha votato contro, in particolare all'invio di armi. Una semplificazione politica estrema che comunque viene salutata dall'applauso della maggior parte dei Deputati. Ma è agli onorevoli come Fassina, critico sull'invio alle armi e convinto che per la ricerca della pace ci siano altre vie, che Draghi si rivolge, replicando con un'altra semplificazione, che divide in due il dibattito, senza sfumature.
“L’Italia e io cerchiamo questa pace, l’abbiamo cercata sin dall’inizio, ma per mettersi seduti e cominciare a delineare un piano di pace”, spiega il premier, “c’è una parte che oggi sta continuando a cercare una guerra, e cercando posizioni di vantaggio. Solo quando saranno state stabilizzate in Ucraina si potrà parlare di pace. L’altra parte, l’Ucraina, dice ‘prima ve ne dovete andare, poi cominciamo a parlare’, sono due posizioni inconciliabili”.
Alla domanda se le sanzioni siano efficaci, Draghi non esprime la sua visione ma quella che 'tutte le organizzazioni internazionali mi dicono, ho la sensazione da tutti i dati che siano molto efficaci e che diventino ancora più efficaci questa estate. Tutti i segnali che arrivano dalla Russia danno l’evidenza di una grande preoccupazione che sta crescendo”.
Intanto, però, c’è da fare i conti con l’emergenza legata al grano bloccato in Ucraina e che è necessario per il fabbisogno alimentare di molte parti del mondo, soprattutto dell’Africa: “La tragedia umanitaria che sta per abbattersi sui Paesi che hanno meno di tutto al mondo, su coloro che sono i più poveri, è colpa delle sanzioni e dell’Europa? – si chiede Draghi – No, la colpa è della Russia che ha dichiarato guerra all’Ucraina”.
IL TEMA DEI CONCIMI
Si deve “fare di tutto per evitare la tragedia di una crisi alimentare nel mondo. Ho sollevato il tema dei concimi tre mesi e mezzo fa con la Commissione europea e sto ancora aspettando una risposta, e lo solleverò nel prossimo Consiglio europeo”.


