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Stefano Bonaccini e la sua Dacia Duster, un legame da vivere e condividere

Stefano Bonaccini e la sua Dacia Duster, un legame da vivere e condividere

A cadenza regolare il presidente nazionale PD ed europarlamentare promuove sul suo profilo social l'auto compagna di viaggio, con selfie in posa


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Ci sono cose che evidentemente insieme alla politica scatenano in Stefano Bonaccini, già presidente della regione, ora europarlamentare PD e presidente nazionale del Partito, una passione particolare. Tale da dovere essere condivisa, almeno dal suo punto di vista. Evidentemente quella per l'auto da lui guidata, anche per gli spostamenti legati alla sua attiva, in giro per l'Italia, dalle feste dell'unità agli eventi elettorali. Anche quando ci sono da fare tragitti veloci, concentrati in andata e ritorno, anche 800 chilometri. Percorsi con la sua Dacia Duster. Bonaccini, a cadenza quasi regolare, sottolinea che lui viaggia con la Dacia Duster e al termine di lunghe trasferte è solito sottolineare, con un selfie, con mezzo e marchio di fabbrica stampato sulle barre portabagagli, che il viaggio lo ha fatto guidando la sua Dacia Duster. Come elemento prioritario, da condividere subito, nei post in cui descrive le proprie trasferte politiche. Lo mette in primo piano, prima del resoconto della giornata. Elemento centrale, essere stato portato là, lontano, lontanissimo da Campogalliano, con il proprio super affidabile ed evidentemente comodo anche sui lunghi tragitti, mezzo. Prima di tutto sottolineare che le centinaia di chilometri fatti sono stati fatti a bordo (e presumibilmente alla guida), della sua Dacia Duster. Bonaccini ci tiene a dirlo, spesso. Anche in agosto due occasioni. In due posti sociali. Con tanto di selfie. Solo le ultime di una lunga serie a cadenza regolare che, per l'ultimo periodo, documentiamo nel VIDEO.

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Nato a Modena nel 1969, svolge la professione di giornalista dal 1995. E’ stato direttore di Telemodena, giornalista radiofonico (Modena Radio City, corrispondente Radio 24) e consigliere Corecom (C...   

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