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Gas e petrolio: Cingolani insiste sulle speculazioni ma il governo è ancora fermo

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Il Ministro della transizione ecologica in audizione in Senato: 'Negli hub il gas stoccato costa 5 volte di più di un anno fa'. Sui carburanti ipotesi accisa mobile


Gas e petrolio: Cingolani insiste sulle speculazioni ma il governo è ancora fermo
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Mentre il governo è ancora fermo sugli annunci di possibili interventi sulle accise che pesano sul costo dei carburanti e, ogni giorno, per milioni di euro sulle tasche di imprese e famiglie, dallo stesso esecutivo continua a levarsi la voce del Ministro alla transizione ecologica Cingolani che già nei giorni scorsi aveva denunciato le 'evidenti' speculazioni di un sistema che avrebbe alzato i prezzi al di là di ogni spiegazione tecnica. Parole pesanti che avrebbero potuto e dovuto portare ad un intervento forte del governo di cui Cingolani fa parte ma anche non c'è stato. Ed oggi è lo stesso ministro a non andare ancora una volta al di là della fotografia del presente, rimandendo all'ambito delle ipotesi sul futuro. Tra queste quella di una accisa mobile sui carburanti: '
“Al fine di contenere l’impatto sui consumatori finali” dell’aumento dei prezzi legato alla crisi ucraina, “il Governo sta valutando l’ipotesi di praticare sui carburanti un’accisa mobile”. Infatti, prosegue il ministro, “siccome c’è stato maggior gettito Iva questo potrebbe essere utilizzato per ridurre le accise e ottenere una riduzione del prezzo alla pompa“, ma, ammette il titolare del MiTE, “sappiamo che operare sui carburanti è molto complesso”.

Per il prezzo del gas - ha affermato il Ministro riportato dala Dire - “il problema è lo stoccaggio, nel medio termine”, infatti “se dovessimo stoccare oggi gas a 1,5 euro al metro cubo con 10 miliardi di metri cubi di gas di stoccaggi pagheremmo 15 miliardi di euro, un anno fa era 30 centesimi al metro cubo”, quindi “gli stessi metri cubi di gas mi sarebbero costati 3 miliardi”.

Per Cingolani, è quindi “inaccettabile questo prezzo del gas frutto solo della speculazione di certi hub, Ttf e Psv a livello europeo” ma “si chiama mercato”.

“Siccome la quantità di gas è uguale non è molto giustificato che prezzo vada da 30 centesimi a 1,50 euro e che lo stoccaggio mi vada a 15 miliardi, che è cosa diversa”, spiega il titolare del MiTE, “questa mia affermazione forse è un po’ dura, se la materia è la stessa non è possibile mi costi cinque volte di piu perché stiamo mettendo in ginocchio gli operatori“. Certo, “non è che qualcuno in Italia stia facendo qualcosa di sbagliato ma è un problema di hub”, osserva il ministro, si tratta di “un problema molto serio che non sta mettendo in ginocchio solo l’Italia ma tutti i Paesi europei”, perché “a parità di gas oggi pago il gas cinque volte di più di un anno fa, e questo sta mettendo tutti in ginocchio”.

L’ITALIA IMPORTA OLTRE IL 95% DEL GAS
Oggi, ricorda Cingolani, “oltre il 95% del gas naturale consumato in Italia viene importato dall’estero”. I consumi di gas naturale, “capostipite della filiera energetica”, sono rimasti “sostanzialmente stabili nell’ultimo decennio, pari a 76 miliardi di metri cubi nel 2021”, spiega Cingolani, ma “nei due decenni, la produzione nazionale di gas naturale si è più che dimezzata, per il calo naturale dei giacimenti a cui non si è fatto fronte da anni con nuovi investimenti in ricerca e produzione”.

“STOP GAS RUSSO? NEL BREVE TERMINE NON CI SAREBBERO PROBLEMI”
A proposito delle tensioni tra Russia e Ucraina e dell’ipotesi che Mosca decida di chiudere i rubinetti del gas per rispondere alle sanzioni dell’Unione europea, il ministro della Transizione ecologica spiega in Senato che nel breve termine per quel che riguarda il flusso del gas russo “anche un’interruzione in questa settimana non dovrebbe comportare problemi” e “modulando i volumi di stoccaggio non dovremmo avere alcun tipo di problema“.

Avremmo, eventualmente, “problemi solo in caso di un picco di freddo a fine marzo o di un contestuale evento catastrofico su altre rotte di approvvigionamento di gas, che in questo momento non abbiamo motivo di considerare”.

IL RISPARMIO DELLE RINNOVABILI
Un’altra soluzione per ridurre la dipendenza dal gas importato è accelerare il ricorso alle fonti di energia rinnovabile. “Ogni 8 GigaWatt all’anno risparmiamo in media 3 miliardi di metri cubi di consumo gas“, nota Cingolani. In Aula a Palazzo Madama, il ministro assicura che il Governo lavora a una “accelerazione di tutte le rinnovabili, onshore e offshore, in particolare considerando gli oltre 40 GW di richieste di connessione per progetti offshore e i numerosi interventi di semplificazione e accelerazione per le rinnovabili onshore”, inclusi quelli a favore dell’autoproduzione e con semplificazioni per l’installazione di impianti finmo a 200 MegaWatt e sui tetti, interventi considerati come ordinaria manutenzione. In questo modo, e considerano anche gli altri interventi, “la situazione migliorerà” e “nel medio-lungo periodo non si vedrà il problema”, dichiara il ministro.

Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 

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