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G7: a Biarritz agenda sovraccarica in uno scenario frammentato

G7: a Biarritz agenda sovraccarica in uno scenario frammentato

Con un'agenda sovraccarica di tensioni in sospeso e problemi irrisolti, il G7 di Biarritz sembra più destinato a eludere certi conflitti anzich? a risolverli


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Convocato con carattere d'urgenza dal Presidente francese Emmanuel Macron, il summit del G7 affronterà l'emergenza dell'Amazzonia - oggi al centro dell'indignazione mondiale - e non solo. Al centro dell'agenda ci sono anche i dazi che Trump ha detto di applicare al vino francese nel caso in cui l'Unione Europea proceda a tassare i giganti della tecnologia tra cui è presente Google, la guerra economica tra Washington e Pechino, le tensioni con l'Iran, la disuguaglianza di genere e il possibile reinserimento della Russia al gruppo dei grandi che, nell'eventualità, tornerebbe a denominarsi G7.

Il summit che sta avendo luogo in queste ore nella piccola città di Biarritz si profila come uno dei più frammentati e difficili degli ultimi tempi. L'agenda sembra superare le capacità dello stesso vertice i cui membri partono delle posizioni decisamente opposte di fronte alla maggior parte dei temi: dall'emergenza dell'Amazzonia ma anche sul discorso dei dazi, sull'Iran, sulla Cina e persino sul reingresso della Russia.

Di fronte al rogo dell'Amazzonia, se da un lato Trump e Boris Johnson intendono offrire un'assistenza incondizionata al Brasile, dall'altra parte Macron intende sanzionare l'inadempienza di un Bolsonaro che non ha rispettato gli impegni presi nella preservazione dell'Amazzonia.
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Nel concreto, l'Eliseo ha minacciato l'uscita di Parigi dall'accordo UE-Mercosur.

Allo stesso modo, l'asse franco-tedesco ha una posizione divergente rispetto alle sanzioni applicate dall'amministrazione Trump all'Iran. La stessa UE ritiene che tali sanzioni servano solo ad aggravare le tensioni tra Teheran e le potenze occidentali mentre gli Stati Uniti sembrano disposti a proseguire sulla loro strada. Le stesse identiche contrapposizioni sembrano configurarsi intorno alla guerra dei dazi tra Washington e Pechino ritenuta controproducente dalla stessa Europa che, proprio in questi momenti, rischia l'applicazione di dazi sulle importazioni di vino francese al territorio americano. Come abbiamo sottolineato all'inizio, tale ritorsione sarebbe una contromisura di Trump dinanzi all'eventuale tassazione di giganti come Google da parte dell'UE.

Anche il reinserimento della Russia riscontra delle piccole differenze tra Macron, che voterebbe una riammissione condizionata all'apertura da parte di Putin sulla possibile distensione nel Donbass e Trump, che vorrebbe invece una riammissione senza condizioni. In ogni caso, l'ammissione della Russia sembra imminente.

La piccola città di Biarritz si è trasformata anche nello scenario delle consuetudinarie proteste contro il G7 e i suoi attori. Secondo le autorità, almeno 10.000 persone hanno manifestato contro ciò che considerano l'inefficacia del summit.
Altri hanno protestato contro il discorso stesso di Macron che, a loro avviso, è stato poco incisivo in proporzione alla gravità di quanto accade nell'Amazzonia.

In conclusione, i fatti ci indicano un summit che non sembra in grado di soddisfare tutti. Con un'agenda sovraccarica di tensioni in sospeso e problemi irrisolti, il G7 di Biarritz sembra più destinato a eludere certi conflitti anziché a risolverli. Un aspetto per niente nuovo nelle relazioni internazionali che però tende ad intensificarsi in uno scenario di disordine e frammentazione.

Estefano Tamburrini

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