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L'auspicio che l'Europa arrivi ad una posizione comune per imporre un tetto al prezzo del gas russo, un rilancio convinto dell'appoggio dell'Italia a Kiev per la pace fino a quando Putin non si siederà ad un tavolo di trattativa e la convinzione che le sanzioni imposte dall'Italia alla Russia hanno funzionato e funzionano. Il tutto in linea con il mandato che il governo ha ricevuto dal parlamento. Nel suo intervento al Senato sulla risoluzione ucraina Draghi sta sulla difensiva. Nella relazione in Senato sulla risoluzione Ucraina che il parlamento è chiamato ad approvare il Premier Draghi non va oltre all'ultimo intervento alle Camere, quasi a volere consolidare e difendere le posizioni assunte fino ad ora, ribadendo il ruolo del parlamento nell'averle legittimate nel mandato dato al governo, quasi a volere scaricare su parlamento stesso la responsabilità delle scelte assunte dall'esecutivo proprio in funzione del mandato parlamentare che nel caso del costo dell'energia sembrano andare contro agli interessi del paese e degli italiani.
E se la parola armi non viene pronunciata, Draghi si sofferma sui concetti di pace e di ricostruzione dell'Ucraina. Un impegno che verrà ribadito - dice - in sede di Consiglio Europeo. Draghi difende l'efficacia delle sanzioni per arrivare però quasi a contraddirsi nel momento in cui conferma che chi sta guadagnando in realtà è la Russia.
La relazione di Mario Draghi in Senato sulla risoluzione Ucraina in vista del Consiglio Europeo
'Il 3 giugno il Consiglio Ue ha votato' l'ultimo 'pacchetto di sanzioni'. 'Le sanzioni funzionano'. 'I nostri canali di dialogo restano aperti, non smetteremo di sostenere la diplomazia e cercare la pace, nei termini che sceglierà l'Ucraina'. 'Ricercare la pace, superare la crisi: questo è il mandato ricevuto dal Parlamento, da voi. Questa è la guida della nostra azione'. 'La strategia dell'Italia - ha detto ancora il premier - in accordo con l'Ue e il G7, si muove su due fronti, sosteniamo l'Ucraina e imponiamo sanzioni alla Russia perché Mosca cessi ostilità e accetti di sedersi al tavolo dei negoziato'.
Dopo la relazione è iniziata la relazione dei gruppi politici in vista del voto sul quale si sta consumando la scissione del Movimento 5 stelle.
Gianni Galeotti
'Continueremo ad appoggiare Kiev: ricostruiremo l'Ucraina e la vogliamo in Europa'

Draghi in difesa al Senato. Relazione soft sull'Ucraina in vista del Consiglio Europeo e richiamo alla responsabilità del Parlamento: 'Le sanzioni funzionano ma serve un tetto al prezzo del gas russo'
L'auspicio che l'Europa arrivi ad una posizione comune per imporre un tetto al prezzo del gas russo, un rilancio convinto dell'appoggio dell'Italia a Kiev per la pace fino a quando Putin non si siederà ad un tavolo di trattativa e la convinzione che le sanzioni imposte dall'Italia alla Russia hanno funzionato e funzionano. Il tutto in linea con il mandato che il governo ha ricevuto dal parlamento. Nel suo intervento al Senato sulla risoluzione ucraina Draghi sta sulla difensiva. Nella relazione in Senato sulla risoluzione Ucraina che il parlamento è chiamato ad approvare il Premier Draghi non va oltre all'ultimo intervento alle Camere, quasi a volere consolidare e difendere le posizioni assunte fino ad ora, ribadendo il ruolo del parlamento nell'averle legittimate nel mandato dato al governo, quasi a volere scaricare su parlamento stesso la responsabilità delle scelte assunte dall'esecutivo proprio in funzione del mandato parlamentare che nel caso del costo dell'energia sembrano andare contro agli interessi del paese e degli italiani.
Soprattutto sul fronte economico, dove nonostante l'iniezione di contributi per la riduzione delle accise, i costi energetici sono schizzati e sembrano fuori controllo.
E se la parola armi non viene pronunciata, Draghi si sofferma sui concetti di pace e di ricostruzione dell'Ucraina. Un impegno che verrà ribadito - dice - in sede di Consiglio Europeo. Draghi difende l'efficacia delle sanzioni per arrivare però quasi a contraddirsi nel momento in cui conferma che chi sta guadagnando in realtà è la Russia.
La relazione di Mario Draghi in Senato sulla risoluzione Ucraina in vista del Consiglio Europeo
'Il 3 giugno il Consiglio Ue ha votato' l'ultimo 'pacchetto di sanzioni'. 'Le sanzioni funzionano'. 'I nostri canali di dialogo restano aperti, non smetteremo di sostenere la diplomazia e cercare la pace, nei termini che sceglierà l'Ucraina'. 'Ricercare la pace, superare la crisi: questo è il mandato ricevuto dal Parlamento, da voi. Questa è la guida della nostra azione'. 'La strategia dell'Italia - ha detto ancora il premier - in accordo con l'Ue e il G7, si muove su due fronti, sosteniamo l'Ucraina e imponiamo sanzioni alla Russia perché Mosca cessi ostilità e accetti di sedersi al tavolo dei negoziato'.
Dopo la relazione è iniziata la relazione dei gruppi politici in vista del voto sul quale si sta consumando la scissione del Movimento 5 stelle.
Gianni Galeotti

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