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Gentile Direttore,
allego un breve video del marciapiede ovest di via Giardini. Personalmente lo trovo un camminamento molto interessante, quasi un paradigma del degrado senza ritegno, considerato che stiamo parlando di un’arteria principale molto conosciuta e battuta.
Si comincia dall’intersezione con via Gaddi dove una rastrelliera per le biciclette è letteralmente sommersa dalla sterpaglia e si finisce con le erbacce all’incrocio con la tangenziale diventate veri e propri arbusti. Lungo il cammino, si incontrano erbacce a profusione a ridosso dei marciapiedi o sui marciapiedi stessi. Ad esser precisi, vaste aree della pavimentazione sono coperte da vegetazione spontanea tanto fitta da sembrare aiuole. A macchia di leopardo, però, si intravede il porfido sottostante.
Il cerchione che giace all’incrocio di via Corassori da alcuni mesi, aggiunge quel tocco surreale un po' retrò.
Più avanti, una magnolia la cui chioma arriva quasi a terra, impedisce il transito pedonale, poi un tombino otturato nei pressi della Coop genera un persistente laghetto. Qua e là, lungo il percorso, cubetti di porfido saltati e mai ripristinati, aggiungono un po' di movimento.
Tutto rimanda a un “chissenefrega” piuttosto eloquente che raggiunge il culmine negli orribili rattoppi sui cubetti di porfido. Chissenefrega, appunto, di rovinare una costosa pavimentazione pagata dai cittadini.
Ma il degrado non può che generare degrado. La maggioranza dei cittadini lo vive con fastidio ma alcuni, purtroppo, si sentono incoraggiati a contribuire. Ed è plausibile che loro personale “chissenefrega” si manifesti anche nei rifiuti abbandonati, ingombranti e non.
In fin dei conti, mi chiedo se questa Amministrazione, anche sulla questione dei rifiuti, sia legittimata ad impartire lezioni di senso civico ai cittadini, avendo condotto la città a livelli di trascuratezza mai visti prima.
Adriana Cetro
Redazione Pressa
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