rubricheSenza Memoria
Il 3 febbraio del 1998 la strage del Cermis
La Pressa
Venti morti, di sei paesi europei, a causa di un volo fuori legge: troppo basso, troppo veloce, fuori rotta. Nessuno pag? per quel disastro
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Il 3 febbraio del 1998, diciannove turisti, che stavano tornando a valle dopo una giornata sugli sci, e il manovratore della cabina della funivia che collega Cavallese all'Alpe del Cermis, persero la vita dopo che il vagoncino precipitò a terra da un’altezza di oltre 108 metri. Il cavo che lo sosteneva venne tranciato dal passaggio di un caccia dell'aeronautica militare statunitense. In volo troppo basso, troppo veloce, fuori rotta. Sfrecciando per la val di Fiemme a soli 100 metri dal suolo.
Per quella strage, quattro marines vennero processati ed assolti dalla Corte marziale americana. Furono poi condannati solo per la distruzione del nastro con il video che avevano registrato durante il volo tra le valli dolomitiche. Nessuno di loro rimase ferito perchè anche il caccia che colpì, tranciandolo, il cavo dela funivia, riuscì ad atterrare, pur con una manovra di fortuna.
L'incidente contò venti morti. Le vittime provenivano da sei diversi paesi europei: Olanda, Polonia, Belgio, Germania, Austria, Italia. Nazionalità diversa, il medesimo destino, il grande dolore per i familiari: per loro, pochissime le occasioni di ritrovarsi tutti assieme. Il 3 marzo 1999, in occasione del primo anniversario, si abbracciarono sul prato dove precipitò la funivia.
Redazione Pressa
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