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Come lavorare nel mondo no-profit

Come lavorare nel mondo no-profit

Quando si deve scegliere il settore in cui lavorare, capita molto spesso di interrogarsi anche sui valori che si ha intenzione di mettere al centro


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Quando si deve scegliere il settore in cui lavorare, capita molto spesso di interrogarsi, oltre che su questioni economiche, anche sui valori che si ha intenzione di mettere al centro del proprio percorso professionale.
Ecco, quindi, che si opta per il lavoro nel mondo no-profit. Se stai leggendo questa guida, vuol dire che stai valutando se intraprendere o no questa strada.
Molto probabilmente hai consultato numerose fonti informative, alla ricerca di consigli su come iniziare e su quale professione specifica scegliere.
Nelle prossime righe, vediamo qualche consiglio specifico.

Avvocato

Lavorare nel no-profit non vuol dire sempre operare all’interno delle organizzazioni. In alcuni casi, si può trarre grande soddisfazione dalla scelta di operare “dietro le quinte”, fornendo consulenze legali agli enti del terzo settore.
Dal momento che, quando li si chiama in causa, si inquadrano delle realtà economiche sempre più attive nella società odierna, l’aiuto di esperti che possano aiutarle negli aspetti gestionali quotidiani, come per esempio la redazione del bilancio sociale, e in situazioni straordinarie, è a dir poco vitale.
Specializzarsi in questo ambito come avvocato vuol dire, in molti casi, avere anche più chance di sfondare.
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Si parla, pur essendo aumentati i numeri in questi anni, di un settore di nicchia, in un periodo in cui l’iperspecializzazione paga come non mai.

Social media manager

Gli enti del terzo settore non possono assolutamente fare a meno di essere presenti sui social. La professione del social media manager in questo caso è particolarmente delicata.
Questo professionista, infatti, deve essere in grado di veicolare l’unicità del brand - perché sì, anche quando si parla di terzo settore si ragiona in quest’ottica - riuscendo, senza scadere nell’approccio commerciale, a convincere l’utente a fornire un supporto finanziario.
Si tratta di un equilibrio molto sottile, motivo per il quale è il caso,prima di proporsi concretamente, di frequentare dei corsi di specializzazione.

Psicologo

Lo psicologo è un professionista sanitaria che può operare in numerosi campi. Tra questi, rientrano anche gli enti del terzo settore. Giusto per citare un esempio, ricordiamo le ong (organizzazione non governative) che operano in contesti particolarmente critici dal punto di vista politico o ambientale.

Giornalisti

Il terzo settore viene raccontato in diversi modi. Uno di queste sono le testate specializzate, una nicchia molto interessante per i giornalisti anche per un altro motivo, ossia la possibilità di viaggiare.
Chi sta pensando di fare carriera nel giornalismo ed è appassionato di terzo settore, può prendere in considerazione anche la strada dell’addetto stampa, professione che ha il grande vantaggio di permettere,
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ogni giorno, di entrare in contatto con numerose realtà, anche istituzionali, e con persone da tutto il mondo.
Davvero l’ideale per chi vuole mettere i valori umani al centro del proprio percorso professionale e, nel contempo, non vuole fare a meno di passare il tempo a contatto con la gente.

Personale amministrativo

Chi ha fatto studi in ambito amministrazione e finanza e ha il desiderio di lavorare in un settore in cui si mettono in primo piano determinati valori, può trovare, nel terzo settore, una straordinaria opportunità.
Gli enti no-profit, infatti, hanno bisogno di personale che si occupa quotidianamente di aspetti contabili e altre incombenze amministrative.

Quale percorso di studio intraprendere?

Come è chiaro, non c’è un percorso di studio specifico da intraprendere quando si punta a lavorare nel terzo settore. Si tratta, e questo è uno dei motivi dietro al suo fascino, di un ambito estremamente versatile.
Molto importante è lavorare anche sulle soft skill, tra le quali è possibile chiamare in causa la capacità di problem solving, l’empatia, il pensiero laterale.
Si parla, a tutti gli effetti, di percorso umano a 360°, che va ben oltre la comunque rilevante conoscenza degli aspetti tecnici (e delle lingue, che sono basilari).
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