Fondamentale a tal proposito è la scelta della giusta illuminazione. Dal momento che la vista è estremamente affaticata dall’utilizzo costante degli schermi, è importante non procedere al caso, ma considerare alcune regole delle quali parleremo meglio nelle prossime righe di questa guida.
Le caratteristiche base dell’illuminazione ideale per l’ufficio
Fra i criteri base da considerare quando si parla di illuminazione per l’ufficio troviamo l’equilibrio perfetto tra illuminazione diretta e indiretta.
Un aspetto di massima rilevanza riguarda il fatto di impegnarsi affinché tra le zone dove regna la prima e il resto dell’ambiente il contrasto non sia eccessivo.
Altro criterio fondamentale: sia le fonti di illuminazione, sia i loro riflessi non devono in alcun modo ricadere nel campo visivo del soggetto che lavora utilizzando gli schermi.
Un’opzione molto interessante prevede il fatto di scegliere luci dirette caratterizzate da una parziale schermatura; con le plafoniere, disponibili in diverse forme e dimensioni, diventa oggettivamente molto più semplice gestire questo aspetto (prendi ispirazione
Luce calda vs luce fredda: quale è meglio per l’ufficio?
Un altro aspetto interessante da approfondire quando si studia l’illuminazione di uno spazio di lavoro riguarda la scelta tra luce calda e luce fredda.
Cosa è meglio? Le regole di illuminotecnica chiamano in causa, quando si ha a che fare con gli uffici, un approccio customizzato a seconda dell’area specifica a cui ci si dedica (in un contesto lavorativo, come ben si sa, c’è una suddivisione per aree funzionali).
Le luci calde vanno benissimo in quella relax.
Nelle zone dove è costante l’operatività, invece, l’optimum è un’illuminazione tendente al freddo, che mima quella naturale della luce diurna all’aria aperta.
Si tratta dell’alternativa migliore per favorire la concentrazione e per evitare - rischio che, invece, è concreto quando si ha a che fare con le luci calde - che si apra la strada ad atmosfere che favoriscono il torpore.
I punti di riferimento normativi
Quando si progetta l’illuminazione dell’ufficio, dove dovrebbe regnare una potenza di circa 300-400 lumen al metro quadro, non si può procedere al caso anche perché, da quasi due decenni,
Le ritroviamo nel decreto legislativo 81/2008, che ha cambiato radicalmente il modo di approcciarsi alla sicurezza sul lavoro in Italia, e la normativa UNI EN 12464-1, specifica sull’illuminazione degli spazi di lavoro.
In quest’ultimo si enfatizza il valore della luce naturale, specificando altresì che l’illuminazione artificiale deve mirare a “salvaguardare la sicurezza, la salute e il benessere”.
Viene infine messa in primo piano una divisione tra l’area specifica dove si svolge il compito lavorativo, quella subito circostante e la cosiddetta “area di sfondo”.
Devono tutte presentare criteri specifici relativi ad aspetti come l’illuminamento, ossia il flusso di luce per singola unità interessata dall’illuminazione (per trovare specifiche su questo aspetto, è necessario visionare le tabelle presenti al capitolo 7 della sopra citata norma).
Interessanti da chiamare in causa sono anche i consigli dell’INAIL. Questi suggerimenti parlano, per le aree dove è necessario, durante la giornata, mantenere un livello medio di attenzione, di un’illuminazione che superi i 500 lux (ossia l’unità di misura dell’illuminamento).
L’importanza dell’efficienza energetica
Dato che l’efficienza energetica è un obiettivo di massima importanza al giorno d’oggi e lo sarà sempre di più, lo studio dell’illuminazione per l’ufficio non può prescindere dalla sostituzione delle vecchie lampadine a