La Pressa redazione@lapressa.it Notizie su Modena e Provincia
Logo LaPressa.it
Facebook X Youtube Linkedin Instagram Telegram

Spazio ADV dedicata a APP LA PRESSA
Spazio ADV dedicata a APP LA PRESSA
Spazio ADV dedicata a APP LA PRESSA
Rubriche Spazio alle Imprese

TikTok e strategia: come cambia il modo di comunicare per brand e professionisti

TikTok e strategia: come cambia il modo di comunicare per brand e professionisti

Non basta più comunicare dal palcoscenico, occorre entrare nel flusso conversazionale degli utenti, adattarsi ai codici della piattaforma


3 minuti di lettura

Spazio ADV dedicata a APP LA PRESSA
Quando TikTok è esploso sulla scena globale, molti lo hanno liquidato come una moda passeggera fatta di balletti, sfide virali e contenuti effimeri. Eppure, in pochi anni, questa piattaforma ha ridefinito i parametri dell’attenzione online, costringendo aziende, creator e professionisti del marketing a rivedere completamente le loro strategie di comunicazione. Nata nel 2016 dalla fusione tra Musical.ly e Douyin (come riportato anche nel focus di Postpickr.com, apprezzato per i suoi contenuti divulgativi), TikTok ha rapidamente conquistato una generazione di utenti con un linguaggio visivo diretto, rapido e altamente coinvolgente, diventando un punto di riferimento anche per i brand che puntano su autenticità e reattività.
Oggi non si può parlare di comunicazione digitale senza considerare il ruolo di TikTok. La sua struttura a feed infinito, alimentato da un algoritmo capace di anticipare gusti e comportamenti, ha cambiato radicalmente la relazione tra contenuto e pubblico. Non sono più i follower a determinare il successo di un video, ma la capacità di catturare l’attenzione nei primi secondi, di creare un legame immediato e di suscitare interazione.
È un modello che ha mandato in crisi le logiche tradizionali, basate su community consolidate e publishing lineare.
Per i brand, questa dinamica ha implicato un profondo cambiamento: non basta più comunicare “dal palcoscenico”, occorre entrare nel flusso conversazionale degli utenti, adattarsi ai codici della piattaforma, rinunciare in parte al controllo formale della comunicazione e abbracciare un registro più spontaneo. Anche per questo, molte aziende hanno iniziato a testare format più leggeri, ironici o autoironici, capaci di generare empatia e viralità senza rinunciare alla coerenza del proprio messaggio.
Ma la vera novità è che TikTok non è solo un luogo di intrattenimento. È diventato uno spazio di ricerca, approfondimento e scoperta, dove gli utenti cercano consigli, recensioni, tutorial, storie, informazioni. Alcune keyword hanno volumi di ricerca paragonabili a quelli di Google, e molti creator si sono specializzati in contenuti verticali: dal marketing alla finanza personale, dalla cucina alla divulgazione culturale. Questo ha ampliato le possibilità per professionisti e imprese di posizionarsi come punti di riferimento autorevoli, sfruttando un formato che valorizza immediatezza e storytelling.
La brevità dei video non significa superficialità. Richiede, al contrario, una grande cura nella costruzione del messaggio: ogni secondo deve avere una funzione precisa. L’editing, il ritmo, la scelta della musica o degli effetti, tutto concorre a determinare l’efficacia del contenuto.
In questo senso, comunicare su TikTok non è “più facile”: è semplicemente diverso, e chi vuole farlo con successo deve ripensare l’intero approccio creativo.
Un altro elemento fondamentale è la capacità di adattarsi rapidamente. I trend si susseguono con velocità estrema, e cavalcarli nel momento giusto può moltiplicare la visibilità di un profilo. Ma attenzione: rincorrere ogni tendenza senza una strategia porta spesso a contenuti inconsistenti. La vera sfida è filtrare ciò che è coerente con il proprio messaggio, reinterpretarlo in modo originale e inserirlo in una narrazione più ampia.
La gestione professionale della presenza su TikTok comporta anche una riflessione sugli strumenti. Programmare contenuti, collaborare in team, monitorare le performance, analizzare i risultati: tutte attività che richiedono supporti tecnici affidabili e interfacce intuitive. Lavorare su più piattaforme, adattando lo stesso contenuto a codici diversi, è ormai una prassi quotidiana. Per questo motivo, chi si occupa di comunicazione digitale tende a integrare strumenti che semplificano la distribuzione e il controllo dei contenuti social, senza rinunciare alla personalizzazione.
Anche la relazione con i creator gioca un ruolo centrale. TikTok ha portato in primo piano figure ibride, capaci di generare fiducia nel proprio pubblico grazie alla costanza, all’onestà e alla qualità dei contenuti. Le collaborazioni con brand, per essere credibili, devono rispettare questa autenticità: nessuna forzatura, nessuna voce fuori tono.
L’utente medio percepisce immediatamente quando un contenuto è costruito “a tavolino” e lo penalizza con l’indifferenza.
Infine, TikTok ha accelerato un altro cambiamento già in corso: la centralità del mobile-first. Non si tratta solo di adattare i contenuti al formato verticale, ma di pensare direttamente per quel linguaggio: pochi secondi, un’inquadratura coinvolgente, una narrazione chiara anche senza audio. Tutto questo ha trasformato anche le modalità di produzione: oggi si filma, si monta e si pubblica direttamente dallo smartphone, con una rapidità che fino a pochi anni fa era impensabile.
In conclusione, TikTok non è più un fenomeno da osservare con curiosità: è una piattaforma centrale nelle dinamiche della comunicazione contemporanea. Per brand e professionisti, imparare a usarla con consapevolezza significa non solo rimanere competitivi, ma cogliere un’opportunità concreta per sperimentare nuovi linguaggi, costruire relazioni autentiche e ridefinire la propria presenza digitale.
Foto dell'autore

La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, sociale ed ec...   

La Pressa
Logo LaPressa.it

Da anni Lapressa.it offre una informazione indipendente ai lettori, senza nessun finanziamento pubblico. La pubblicità copre parte dei costi, ma non basta. Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci segue di concederci un contributo. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di lettori, è fondamentale.