Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
Arriva l'asta della Castelfrigo, l'azienda di lavorazione di carni suine di Castelnuovo Rangone dichiarata fallita in Tribunale a?Modena?il 23 settembre. La sezione fallimentare del Tribunale ha messo in agenda per il 21 novembre l'asta della societa', sulla base di un prezzo iniziale di 8,3 milioni di euro per l'unico lotto di beni da alienare. Si tratta di macchinari, arredi, attrezzature, giacenze, contratti di lavoro e altro. Nell'avviso del Tribunale si legge che 'le offerte irrevocabili di acquisto devono essere consegnate' alla cancelleria fallimentare in busta chiusa entro le 12 del 20 novembre. In presenza di piu' offerte, si procedera' a una gara con rilancio minimo pari a 50.000 euro. Su Castelfrigo, come emerso, l'udienza col giudice delegato Pasquale Liccardo, presidente del Tribunale, e' stata messa in programma il 23 gennaio: il curatore assegnato e' Stefano Zanardi, presidente dell'Ordine dei commercialisti e degli esperti contabili territoriale.
Il fallimento della Castelfrigo e' stato sancito dopo che l'azienda, che fatturava 50 milioni, era stata ammessa con riserva al concordato preventivo il 4 giugno.
Intanto, attorno al sito di via Allende tiene banco il quadro occupazionale, dopo che 127 addetti erano stati licenziati e un'altra cinquantina operava tramite contratti di somministrazione: i dipendenti diretti, nel primo trimestre di quest'anno, risultavano 81. Castelfrigo, anche negli ultimi anni, ha rappresentato per sindacati e lavoratori il principale fronte aperto nel distretto modenese delle carni, soprattutto per la vicenda della manodopera in appalto alle coop spurie Ilia Da e Work Service, le ultime attive, nell'ambito del chiacchierato consorzio Job Service. E proprio quest'ultimo, riconducibile ai fratelli Melone come segnalato spesso dai sindacati in pressing, e' stato dichiarato a sua volta fallito in Tribunale a?Modena, il 16 ottobre: il curatore in questo caso e' Margherita Arbizzi, il giudice delegato per l'udienza del 30 gennaio Roberta Vaccaro.
Redazione Pressa
La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, .. Continua >>