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L’ufficio studi della CGIA di Mestre mostra le cose come stanno: 423 miliardi di euro mancati incassi da marzo 2020 compensati soltanto da 29 miliardi di euro di aiuti diretti alle aziende da parte del Governo. Il risultato è che ci sono 292 mila attività in crisi profonda, con di fatto due milioni di persone a rischio perdita del proprio posto di lavoro: in soldoni 63 miliardi di valore aggiunto. Questo è lo stato delle cose per quello che riguarda i cosiddetti ristori, cioè i provvedimenti del Governo a sostegno degli imprenditori per far fronte alle chiusure.
Neanche a dirlo il settore più colpito è quello della ristorazione e dei pubblici esercizi: 1 milione e 300 mila addetti, 40 miliardi di minor fatturato e un’elemosina da 2 miliardi e mezzo di “ristori”.
La GCIA di Mestre sottolinea però che «lo Stato, le Regioni le autonomie locali hanno il diritto/dovere di introdurre tutte le limitazioni alla mobilità e alle aperture delle attività economiche che ritengono utili e necessarie per tutelare la salute pubblica. Intendiamoci: questo caposaldo non è in discussione. Ma è altrettanto doveroso intervenire affinché gli operatori che sono costretti a chiudere l’attività per decreto vengano aiutati economicamente in misura maggiore di quanto è stato fatto fino ad ora. Altrimenti, rischiano di chiudere definitivamente i battenti».
In ogni caso non c’è più tempo da perdere perché «per le imprese che hanno subito i contraccolpi più negativi della crisi, ovvero quelle che hanno dovuto chiudere per decreto, i ristori erogati dall’Esecutivo hanno raggiunto un livello medio di copertura del calo del fatturato del 14,5 per cento circa.
Le misure di sostegno al reddito approvate dal Governo Conte, infatti, sono andate in larghissima parte alle attività che hanno registrato un crollo del giro di affari di almeno il 33 per cento rispetto al 2019. Resta il fatto che anche per queste realtà gli aiuti economici sono stati insufficienti»
L’Ufficio studi della CGIA, infatti, stima che dei quasi 423 miliardi di riduzione del fatturato registrata nel 2020 (pari ad una contrazione del -13,5 per cento rispetto l’anno prima), almeno 200 miliardi sarebbero ascrivibili alle imprese dei settori che sono stati costretti a chiudere per decreto.
Foto Dire
Stefano Bonacorsi
Stefano Bonacorsi
Modenese nel senso di montanaro, laureato in giurisprudenza, imprenditore artigiano, corrispondente, blogger e, più raramente, performer. Di fede cristiana, mi piace dire che sono .. Continua >>