Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
E alla fine ci siamo arrivati. Siamo arrivati alla deriva lombrosiana, alla criminalizzazione del nemico che va oltre la condanna delle sue azioni e delle sue parole, ma si innesta nella denigrazione del suo aspetto fisico, nella demonizzazione del suo volto.
Succede oggi su uno dei più venduti quotidiani italiani, La Repubblica, nella risposta a una lettera al direttore. A rispondere è il noto giornalista Francesco Merlo, il quale si lancia in una condanna al ministro degli esteri russo Lavrov che si basa sul volto stesso del braccio destro di Putin.
'Caro Merlo, questo Lavrov ha una faccia veramente cattiva che avrebbe eccitato Lombroso' - scrive il lettore. E il giornalista risponde così: 'Senza arrivare a Lombroso e alle sue pratiche razziste, è vero che le facce parlano. Sicuramente, quella del ministro russo è una faccia che benissimo esprime l’aggressività del potere.
È un uomo colto, ricco, e potrebbe persino essere migliore della sua faccia. Fossi un pittore, un artista impegnato, come per esempio l’incappucciato Banksy, che pensa di denunciare sui muri la cattiveria, non resisterei a quelle mascelle cadute, a quel ridere che sembra mordere, agli occhi stretti, all’arroganza da oligarca e metterei Lavrov al centro di una nuova Guernica, uno di quei bombardamenti e di quei massacri che nega con le parole, ma con la faccia conferma
'.
Le mascelle cadute, il ridere che sembra mordere, gli occhi stretti... Siamo arrivati a questo. Alla volontà di personificare il Male come se la bruttezza o la bellezza fossero espressioni dell'animo e non semplici involucri, del tutto indipendenti dalla profondità o dalla bassezza dell'animo che racchiudono.
Le parole di Lavrov a Rete4 possono essere state profondamente criticabili, censurabili e pericolose, ma la grandezza degli occhi o il profilo delle mascelle di questo ministro russo non hanno nulla a che vedere con il giudizio politico, nè tanto meno umano. Dorian Gray era rimasto stupendo nonostante gli abissi nei quali era scivolato e il suo ritratto deturpato dai suoi peccati non era visibile a nessuno. Funziona così. Il Diavolo non ha le corna e la coda e Dio non ha gli occhi azzurri i lineamenti da tombeur de femmes.
Viceversa giudicare le persone in base ai loro difetti fisici, in base al gusto estetico dell'osservatore, questo sì è male. Significa perdere l'umanità che si pretende di esportare, significa vendere odio gratuito e in fondo in trasformarsi in ciò che si vuole criticare. Basta forse guardarsi allo specchio e vedere il proprio riflesso per spaventarsi, per immaginare dietro a ogni ruga, un proprio vizio, un rimpianto o un rimorso del proprio passato? E' così banale dirlo. Fino a ieri, almeno, era così banale. Ma nella narrazione bellica che ha inondato i principali media italiani ormai vale tutto. Purtroppo.
Giuseppe Leonelli
Redazione Pressa
La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, .. Continua >>