Sfruttamento del lavoro: sgominata la gang del terrore che ha insanguinato Carpi
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Sfruttamento del lavoro: sgominata la gang del terrore che ha insanguinato Carpi

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Chiuso il cerchio con 20 ordini di custodia cautelare eseguiti questa mattina dalla Polizia di Stato su una organizzazione criminale di cittadini pakistani chiamata AK 47 Carpi, che reclutava connazionali da mettere al servizio di una società di logistica e consegna merce. Chi si ribellava subiva spedizioni punitive potenzialmente letali. I sanguinosi fatti di aprile e ottobre 2022 e dello scorso 7 aprile a Carpi tutti riconducibili all'organizzazione


Sfruttamento del lavoro: sgominata la gang del terrore che ha insanguinato Carpi
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Gestivano col terrore, la minaccia di ritorsioni e aggressioni una rete di cittadini pakistani avviati al lavoro nella logistica, dei trasporti e delle consegne. Ognuno di loro era obbligato a versare una quota della propria retribuzione per alimentare l'organizzazione e chi si ribellava all'estorsione, alla minaccia e al ricatto veniva duramente punito potenzialmente fino alla morte, attraverso spedizioni punitive gestite dalla stessa organizzazion che si era data il nome della potente arma Ak-47. Tra queste spedizioni punitiva quelle che nell'aprile e nell'ottobre 2022, così come lo scorso 7 aprile, avevano terrorizzato Carpi. Con scontri e aggressioni di violenza inaudita anche il luoghi pubblici tali da fare temere della vita delle vittime. 

LE INDAGINI E I RISULTATI

Le indagini che hanno portato alla scoperta del sodalizio ak-47 Carpi hanno avuto origine nell'anno 2021 a seguito della coraggiosa denuncia di un lavoratore che aveva subito minacce culminate in una violenta aggressione nel corso di una riunione sindacale da parte di alcuni degli indagati a seguito della quale aveva riportato gravi ferite per 166 giorni di prognosi.

Circa sei mesi di indagini, riassunte questa mattina nella conferenza stampa organizzata in Procura alla presenza del Procuratore Capo Luca Masini, insieme ai dirigenti della Digos, del questore di Modena, hanno consentito di ipotizzare l'esistenza di un'associazione a delinquere composta da cittadini stranieri di origine pakistana domiciliati prevalentemente nella zona di Carpi, autori di gravi condotte criminali. Creata di fatto da un cittadino pakistano di 30 anni che svolgeva anche funzione di (RSA), Rappresentante Sindacale Aziendale all'interno di una società di movimento merci con sede nel vicentino ma con articolazioni sul territorio per la quale il sodalizio criminale gestiva la manodopera. 

Una attività di 'caporalato' gestita da una organizzazione capace, ogni qualvolta fosse necessario, anche senza alcun preavviso ed in orari notturni, di reperire a basso costo manodopera da impiegare presso i magazzini di spedizionieri, trasferendo i lavoratori presso la sede di lavoro con mezzi privati o delle società interessate.

Vittime delle attività criminose dell'associazione sono in particolare lavoratori di origine pakistana. I lavoratori che non accettavano la sottomissione al gruppo, subivano azioni persecutorie sia in ambito lavorativo che personale anche con spedizioni punitive conclusesi con violenti pestaggi, mediante l'uso di armi e strumenti atti ad offendere: coltelli, mazze ferrate, bastoni in legno, mazze da cricket ed altri oggetti contundenti.

Le condotte attuate, oltre a generare ingenti ed ingiusti profitti, hanno provocato ripercussioni  negative nel territorio carpigiano causando seria preoccupazione e grave allarme sociale in particolare, in seguito all'episodio della violenta aggressione con tentato omicidio e per la violenta rissa verificatasi nella notte del 23.4.2022, scatenata da una spaccatura all'interno del gruppo AK 47, quando due fazioni si sono scontrate facendo uso di armi e oggetti atti ad offendere.
In alcuni casi le indagini hanno evidenziato che molti lavoratori, mensilmente, erano costretti a restituire parte del loro stipendio nelle mani del capo del gruppo o dei suoi più fidati collaboratori. 

Secondo modelli tipici delle associazioni criminali, il gruppo si occupava anche di fornire una sorta di 'protezione' nei confronti dei connazionali intervenendo in loro favore per risolvere eventuali problemi sorti in ambito lavorativo e non solo, realizzando azioni violente nei confronti di clienti colpevoli di aver lamentato l'inefficienza del servizio del corriere. In questo caso, documentato dalle immagini raccolte dalla Polizia, una persone cliente, ignaro cittadino che si era fatto consegnare, era stato oggetto di un violento agguato sotto casa, solo per avere osato discutere con l'addetto alla consegna.

L'analisi della documentazione bancaria, relativa ai rapporti tra le società committenti e le quattro imprese individuali riconducibili al capo dell'organizzazione, con movimentazione in pochi mesi di somme di denaro superiori ad un milione e mezzo di euro, ha consentito, anche grazie alla collaborazione del Nucleo di Polizia Economica e Finanziaria della Guardia di Finanza di Modena, di ricostruire le procedure adottate al fine di fare pervenire ai lavoratori pagamenti in nero.

La maggior parte dei lavoratori occasionali impiegati per i turni notturni, tutti di origine straniera, risultavano disoccupati od impiegati presso altre attività totalmente estranee, evidenziando, in più occasioni, l'impiego di stranieri irregolari sul territorio nazionale.

Lo studio della documentazione raccolta, le informazioni acquisite da persone offese ed informate sui fatto e le conseguenti indagini sulle informazioni presenti in diversi social network, hanno consentito di individuare il nome del gruppo che si identifica con il nickname 'AK47 Carpi o AK47 Gang', sul cui profilo sono presenti alcuni filmati e fotografie in cui i componenti del gruppo si mostrano in atteggiamento minaccioso, impugnano bastoni e mazze ferrate, ostentando in più occasioni ingenti disponibilità di denaro e il possesso di auto di grossa cilindrata.

In relazione al tentato omicidio del 6 ottobre 2022 sono stati acquisiti i video impressionanti della vittima del tentato omicidio con le ferite riportate effettuato da uno dei partecipi alla spedizione punitiva.
In alcune occasioni gli indagati hanno postato sui loro profili social immagini in cui, apparentemente nel territorio di origine, impugnavano armi da fuoco, in particolare fucili automatici del tipo AK-47 Kalashnikov.

La ricostruzione del traffico telefonico generato dalle schede in uso ad alcuni degli indagati e la comparazione con i vari episodi delittuosi per cui si procede, oltre a consentire di dimostrare la presenza di alcuni di essi sul luogo delle aggressioni, ha permesso di ricostruire l'intera rete di contatti tra i vari associati i quali, prima di ogni evento, hanno mantenuto stretti contatti telefonici tra loro.
Le successive attività di intercettazione telefonica e telematica, essenziale strumento di indagine, hanno permesso di raccogliere importanti fonti di prova. Dei venti destinatari della misura custodiale, tre sono già ristretti presso la Casa circondariale di Modena, in quanto sottoposti a fermo del P.M. per il tentato omicidio dello scorso 7.4.2022, mentre altri sono stati rintracciati nelle province di Brescia, Mantova e Piacenza. 

I blitz per gli arresti all'alba di oggi
All'alba di stamattina la DIGOS di Modena con la collaborazione del Commissariato di P.S. di Carpi, coordinati e sotto la direzione della Procura della Repubblica, ha dato esecuzione a due distinte ordinanze cautelari applicative della custodia in carcere emesse dai Gip presso il Tribunale di Modena, nei confronti di 20 indagati uomini, tutti di origine pachistana tre di loro divenuti cittadini italiani.

La prima ordinanza è stata emessa nei confronti di 18 persone gravemente indiziate di partecipare ad una associazione a delinquere sotto il nome della sigla nota come 'AK-47 Carpi', dedita alla commissione di una pluralità di delitti quali estorsioni, lesioni personali, minacce, autoriciclaggio, intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, comunamente noto come 'caporalato'.

La seconda ordinanza è stata emessa nei confronti di 2 indagati uomini di origine pachistana, dimoranti nella provincia di Brescia, gravemente indiziati di concorso nel tentato omicidio ai danni di un indagato accusato di partecipare all'associazione 'AK-47 Carpi' destinatario della misura sopra indicata il quale, attinto in punti vitali con fendenti di arma da taglio all'addome e colpito con bastoni, mazze ferrate, riportava lesioni superiori a 40 giorni. Gli aggressori non realizzavano l'intento omicida solo per l'arrivo delle forze dell'ordine. Il gravissimo episodio avveniva a Carpi il 6 ottobre 2022, per la contrapposizione tra due distinti gruppi di cittadini pachistani (quello operante a Carpi e
e quello operante nella provincia di Brescia).
In relazione al tentato omicidio del 6 ottobre, oltre agli autori materiali, sono indagati altri 14 uomini (tredici di origine pachistana ed uno di origine indiana) per aver partecipato alla spedizione punitiva partita dalla provincia di Brescia. Nella circostanza gli indagati erano giunti a Carpi a bordo di tre autovetture armati di bastoni, mazze, coltelli ed accette. 

Il 7 aprile 2024 la vittima del tentato omicidio del 6 ottobre 2022, a sua volta, nell'ipotesi accusatoria, si è reso coautore con altri tre coindagati, di cui due destinatari della prima ordinanza menzionata, di un tentato omicidio attuato mediante una violenta aggressione in danno di altri due cittadini pachistani compiuta con bastoni e machete, fatti per i quali questa Procura, stante l'urgenza ed il pericolo di fuga, ne disponeva il fermo eseguito dai Carabinieri di Carpi, successivamente convalidato dal Giudice per le indagini preliminari con applicazione della custodia in carcere.


Redazione Pressa
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