Apocalisse in Turchia, le vittime del terremoto salgono a oltre 4300
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Apocalisse in Turchia, le vittime del terremoto salgono a oltre 4300

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La scossa, seguita da centinaia di repliche, è stata registrata dai sismografi di tutto il mondo, fino alla Groenlandia


Apocalisse in Turchia, le vittime del terremoto salgono a oltre 4300
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Continua a salire il drammatico bilancio del terremoto di magnitudo 7.9 che ha colpito il sud della Turchia, al confine con la Siria. La Turchia ha aggiornato a 2.921 il numero dei morti, hanno reso noto le autorità locali citate dai media internazionali.
Il dato porta il bilancio provvisorio complessivo delle vittime del sisma a 4.365, con le autorità siriane che da parte loro hanno contato finora 1.444 morti.

Almeno 120 scosse di assestamento si sono verificate dopo il potente terremoto di ieri notte, secondo un aggiornamento dell'Agenzia turca per la gestione dei disastri e delle emergenze (Afad). Secondo l'Usgs, che riporta solo le scosse di assestamento più significative che vengono effettivamente avvertite da coloro che si trovano nella zona del terremoto, sono state almeno 43 quelle di magnitudo 4,3 o superiore.
Tre delle scosse di assestamento hanno misurato 6.0 o più, incluso il massiccio terremoto di magnitudo 7.5 che ha colpito 95 chilometri (59 miglia) a nord dell'epicentro del terremoto principale del mattino.

Il suolo dell'Anatolia si è spostato di almeno tre metri: è la firma di uno dei terremoti più violenti mai registrati in Turchia. Con una magnitudo di 7,8, il sisma avvenuto fra il Sud-Est della Turchia e il Nord della Siria è stato mille volte più forte di quello di Amatrice del 2016 e 30 volte più forte di quello dell'Irpinia del 1980. La scossa, seguita da centinaia di repliche, è stata registrata dai sismografi di tutto il mondo, fino alla Groenlandia, come ha rilevato l'Istituto geologico danese.
Il terremoto è avvenuto in una zona altamente sismica, punto d'incontro della placca Est anatolica, di quella Arabica e dell'Africana, con la prima che viene schiacciata dalla placca Arabica e spinta a Ovest, verso l'Egeo. Ad attivarsi è stata una delle due grandi faglie che attraversano la Turchia, quella Sud-Est anatolica, che 'è una delle più attive nel Medio Oriente, insieme a quella del Mar Morto che attraversa Siria, Libano Israele e Giordania e che separa la placca Araba da quella Africana', osserva il presidente dell'Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), Carlo Doglioni. E' lungo questa faglia che i due lembi del suolo si sono spostati: 'nella zona di massimo movimento è avvenuto uno spostamento di almeno tre metri', aggiunge Doglioni. Causa dello slittamento è stato un movimento 'di tipo transpressivo', vale a dire che lungo la faglia il suolo si è spostato in senso orizzontale (quindi con un movimento di tipo trascorrente), durante il quale è avvenuta anche una compressione fra la placca Anatolica e quella Araba.

'Lo spostamento di tre metri è una prima stima', osserva il presidente dell'Ingv e misure più precise, 'saranno disponibili non appena avremo i dati satellitari. Al momento abbiamo a disposizione solo modelli numerici'. I dati sono attesi dalle Sentinelle del programma Copernicus, di Commissione Europea e Agenzia Spaziale Europea (Esa) e dalla costellazione Cosmo Sky-Med, dell'Agenzia Spaziale Italiana (Asi).

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