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Zelensky insiste: 'I missili in Polonia non sono nostri'

Ma anche Varsavia conferma che molto probabilmente i razzi sono di Kiev

Il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky ha smentito le versione ormai dominante sui missili caduti ieri in territorio polacco, rilanciata anche dalla stessa Polonia oltre che da Nato e Russia, affermando di essere sicuro che i razzi che martedì hanno provocato due vittime a Przewodów “non sono ucraini”. Parlando con i cronisti, come riferisce il quotidiano Ukrainska Pravda, il capo dello Stato ha anche chiesto che Kiev faccia parte delle indagini su quanto avvenuto ieri e abbia accesso al luogo dell’incidente. Zelensky, sempre secondo quanto riportano i media di Kiev, ha detto di essere stato informato sull’episodio dal comando delle forze armate e dall’aeronautica di non poter far altro che “fidarsi” di queste fonti. Il presidente ha comunicato che nessuno ha ancora invitato Kiev ad avere un ruolo nell’inchiesta sui missili che hanno raggiunto la Polonia.
Intanto il capo dello Stato di Varsavia, Andrzej Duda, ha dichiarato che “dalle informazioni che abbiamo noi e i nostri alleati”, è “molto probabile che i missili che ci hanno colpito siano partiti dal sistema di difesa antiaereo ucraino“. Si tratterebbe di “razzi S-300 di fabbricazione sovietica” e “non ci sono prove del fatto che siano stati lanciati dai russi”. Di questa stesso opinione anche il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg. Il massimo dirigente dell’Alleanza atlantica, parlando con i gioranlisti al termine di un incontro organizzato oggi di urgenza per discutere della situazione polacca, ha ribadito che “l’incidente è stato probabilmente causato da un missile ucraino lanciato in difesa dai continui attacchi perpetrati dalla Russia”. Ieri Mosca ha colpito diverse zone della regione di Leopoli, proprio la più vicina al confine polacco.
Esperti del ministero della Difesa russo avevano affermato che i resti dei missili rinvenuti sul luogo dell’incidente in Polonia da loro analizzati tramite dei video, indicavano che si trattava di “S-300 ucraini”. L’ambasciatore polacco in Russia è stato convocato ieri dal ministero degli Esteri di Mosca per chiarimenti sull’incidente, come comunicato dalla portavoce della diplomazia del Cremlino Maria Zakharova.
Intanto il capo dello Stato di Varsavia, Andrzej Duda, ha dichiarato che “dalle informazioni che abbiamo noi e i nostri alleati”, è “molto probabile che i missili che ci hanno colpito siano partiti dal sistema di difesa antiaereo ucraino“. Si tratterebbe di “razzi S-300 di fabbricazione sovietica” e “non ci sono prove del fatto che siano stati lanciati dai russi”. Di questa stesso opinione anche il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg. Il massimo dirigente dell’Alleanza atlantica, parlando con i gioranlisti al termine di un incontro organizzato oggi di urgenza per discutere della situazione polacca, ha ribadito che “l’incidente è stato probabilmente causato da un missile ucraino lanciato in difesa dai continui attacchi perpetrati dalla Russia”. Ieri Mosca ha colpito diverse zone della regione di Leopoli, proprio la più vicina al confine polacco.
Esperti del ministero della Difesa russo avevano affermato che i resti dei missili rinvenuti sul luogo dell’incidente in Polonia da loro analizzati tramite dei video, indicavano che si trattava di “S-300 ucraini”. L’ambasciatore polacco in Russia è stato convocato ieri dal ministero degli Esteri di Mosca per chiarimenti sull’incidente, come comunicato dalla portavoce della diplomazia del Cremlino Maria Zakharova.

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