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Istituzioni e partito. Una commistione che in casa Pd nelle terre emiliane è da sempre un fatto. Se Fabrizio De Andrè pensava fosse bello che dove finivano le sue dita dovesse in qualche modo incominciare una chitarra, a Modena e in Emilia dove finiscono le dita dei dirigenti Pd iniziano le leve di comando delle istituzioni che per loro natura dovrebbero essere terze.
Già. Dovrebbero.
Perchè non lo sono mai terze le istituzioni, ma vengono sempre strumentalizzate dal politico che le ricopre e che mai sveste la giacchetta dell'uomo di parte, neppure quando dovrebbe essere il rappresentante di tutti.
L'ultimo caso è quello delle elezioni amministrative che si terranno dopodomani. A Castelnuovo a chiudere la campagna elettorale del sindaco sostenuto dal Pd Massimo Paradisi questa sera è arrivato il presidente della Regione Stefano Bonaccini. Non nelle vesti di uomo Pd, ma proprio in quelle di presidente della Regione.
Come è scritto nella locandina.
Da questo dovremmo desumere che gli elettori di centrodestra o quelli che sostengono uno degli altri tre candidati sindaci (Claudia Bellucci, Adalberto Soli e Alessandro Boni) non sono rappresentati dal presidente della loro Regione. E lasciamo perdere che la presenza di Bonaccini possa essere finanche controproducente per il povero Paradisi (ricordiamo che l'ex Godot di Campogalliano nel 2014 venne eletto con il 18% dei consensi degli aventi diritti), non è questo il punto.
Il punto è questa commistione tra politica e istituzioni, qui, in Emilia, sempre a marchio Pd.
E allora fa sorridere la replica del presidente della Regione su facebook: 'i consiglieri regionali M5s si chiedono chi paghi quando mi reco a qualche iniziativa di campagna elettorale.
Ovviamente il carburante della mia Seat Ibiza è a mie spese, non certo della regione, e visto che guido io se vogliono accompagnarmi e farmi da autista li faccio salire volentieri'.
Parole accompagnate da un bel selfie al volante e dalla foto della Seat Ibiza. Tutto nel nome dello slogan 'sobrietà'. E ci mancherebbe altro. Ci mancherebbe che il presidente della Regione non usasse solo il nome dell'istituzione per aiutare un candidato, ma anche i soldi di tutti. Poi i problemi sono altri, per tutti, ma almeno non ci si vanti del nulla.
Perchè la domanda vera, che gli stessi consiglieri Raffaella Sensoli, Gian Luca Sassi e Andrea Bertani pongono nella loro interrogazione, resta. E a questa Bonaccini non risponde: 'in vista delle prossime elezioni amministrative, si sta assistendo in più parti dell’Emilia-Romagna a ripetute visite e incontri di vari assessori regionali e dello stesso presidente e questo nonostante la normativa che regola la comunicazione politica e la parità di accesso ai mezzi di informazione durante le campagne elettorali e nonostante i richiami ai principi fondamentali alla base del confronto democratico e della competizione elettorale - scrivono i 5 Stelle -. In ogni caso pare violata quella generale legge morale che imporrebbe l'adozione di comportamenti imparziali, evitando inaccettabili endorsement in favore di singoli candidati, in modo da consentire a tutti di competere con eguali opportunità”.
Parole che è difficile non sottoscrivere. Ma qui si è presidenti di tutti solo quando conviene. Solo quando questi 'tutti' sono tutti elettori Pd.
Leo
