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Negli ultimi Consigli dei ministri a guida Draghi (qui), su proposta del Ministro degli affari esteri e cooperazione internazionale Luigi Di Maio, l'Esecutivo ha deliberato una serie di nomine. Si parte dalla proroga del collocamento fuori ruolo del Ministro plenipotenziario Fernando Gentilini presso il Servizio Europeo di Azione Esterna (SEAE) per ricoprire il nuovo incarico di 'Principal Advisor at the European Diplomatic Academy'. Si passa alla proroga del collocamento fuori ruolo del Ministro plenipotenziario Carmelo Barbarello presso il Rappresentante Speciale dell'Unione Europea per il Sahel nell'ambito del Servizio Europeo di Azione Esterna (SEAE) con l'incarico di 'Political Advisor of the EU Special Representative for the Sahel' a Bruxelles. E ancora la proroga della permanenza all'estero e in sede, sino al termine massimo del 30 marzo 2023, del Ministro Plenipotenziario Placido Vigo, attualmente in servizio all'Ambasciata d'Italia a Caracas, quale Capo della rappresentanza diplomatica.
E infine l'ulteriore proroga della permanenza in sede, sino al termine massimo del 30 aprile 2023, del Ministro Plenipotenziario Mario Giorgio Stefano Baldi, attualmente in servizio all'Ambasciata d'Italia a Minsk, quale Capo della rappresentanza diplomatica.
'Scandaloso. Luigi Di Maio, bocciato dai suoi elettori e quindi, fortunatamente, non rieletto in Parlamento ha pensato bene - prima di fare gli scatoloni e lasciare definitivamente la Farnesina - di conferire diverse nomine di rilievo all'interno del suo Ministero, in barba alle indicazioni contenute nella normativa ministeriale che ne delinea i limiti'. Così Paolo Borchia, europarlamentare e coordinatore Lega nel Mondo.
'Nell'ultimo Cdm del governo Draghi, infatti, il ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale non si è certamente sottratto dalla corsa al conferimento di incarichi apicali.
Un ministro, lo ricordo, che, seppure ancora in carica per il disbrigo degli affari correnti, è dapprima uscito dal partito cui apparteneva (5Stelle) grazie al quale aveva ottenuto l'incarico, ha poi fondato un altro partito, si è candidato con un terzo partito e non è stato eletto, ed ha quindi peso politico attuale pari a zero'.
'A differenza dell'esponente ex pentastellato, il segretario della Lega Matteo Salvini, aveva auspicato che non ci fossero atti amministrativi nel mese precedente all'insediamento del nuovo governo, in distonia con la volontà popolare. E' evidente che non solo non è stato ascoltato l'appello della Lega, ma neppure attuata la direttiva della Presidenza del Consiglio. Ecco perché le nomine 'Dimaiane' possono essere considerate illegittime ancora prima che inopportune. Ricordo in proposito che anche noi conosciamo l'istituto dello spoil system, e che in materia di nomine che travalicano i limiti normativi è ben nota a tutti la sentenza del Tar Puglia di Bari. Invito perciò, - conclude Borchia - a garantire immediato ripristino della situazione di regolarità e di rispetto del principio di buon andamento e imparzialità delle PA, vigilando, così come noi continueremo a fare, presso tutte le pubbliche amministrazioni affinché non si ripetano simili episodi'.
Redazione Pressa
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