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Sul totale degli studenti che frequentano le scuole italiane il 9,2% è composto da stranieri. In valori assoluti è la Lombardia è la regione con il più alto numero di studenti stranieri (203.979), circa un quarto di quelli presenti in Italia (25%). Ma se dai valori assoluti ci si sposta su quelli relativi, ovvero al numero di studenti stranieri rispetto al totale degli studenti, allora è l'Emilia Romagna ad avere il primato italia. In Regione gli studenti stranieri incidono nel contesto scolastico locale per 16 per cento.
A Modena gli studenti stranieri sono 17.463 e costituiscono il 16,6% del totale. Una percentuale che pone la provincia di Modena al terzo posto in regione dove la provincia che pur contando in termini assoluti meno della metà degli studenti stranieri (8.091) di quelli presenti a Modena (17.463), misura il più alto tasso di incidenza è Piacenza.
Qui 21 studenti (esattamente il 21,3%) su 100 sono stranieri. Nei dati forniti dal ministero dell'istruzione relativi allo scorso anno scolastico, seguono Parma con il 16,7%, sui 10.201 presenti, Modena con il 16,6 e Reggio Emilia con il 16,2.
Nell’A.S. 2015/2016 gli studenti stranieri presenti in Italia erano circa 815.000 con un aumento di 653 unità rispetto al 2014/2015 (+0,1%). Si tratta di un incremento di entità minima, successivo a un biennio di evidente rallentamento della crescita, al punto da far pensare che il livello raggiunto dalla presenza degli studenti stranieri sia ormai un dato pressoché stabile.
Questo naturalmente non significa che stia diminuendo la presenza di giovani stranieri in età scolare. E’ noto, anzi, che in Italia sono presenti ampie quote di giovani stranieri in età scolare da recuperare alla frequenza scolastica-formativa.
Le tendenze vanno interpretate anche alla luce delle trasformazioni che caratterizzano i flussi migratori più recenti.
Tra queste la consistente presenza, in significativo aumento, dei minori stranieri non accompagnati
, di cui solo una minoranza frequenta percorsi di istruzione/formazione (e quindi figura nelle statistiche del MIUR) dato che, in buona parte, una volta arrivati, diventano irreperibili.
. Un’altra problematica riguarda la domanda potenziale di istruzione che non si manifesta esplicitamente anche per effetto di previsioni normative sull’iscrizione a scuola, che finiscono con l’ostacolare la frequenza scolastica. E’ questo il caso dei minori che si ricongiungono alle famiglie e chiedono di frequentare la scuola in corso d’anno, ma non sempre possono essere accolti negli istituti scolastici per via della scadenza dei termini previsti per l’iscrizione, oppure dei giovani quindicenni che non hanno frequentato o concluso la scuola secondaria di I grado e potrebbero fruire della formazione presso i Centri Provinciali per l’Istruzione degli Adulti (CPIA), ma non possono farlo non avendo ancora raggiunto 16 anni, soglia di età minima prevista per la frequenza dei corsi di I livello dei CPIA.