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Aumentano le piste ciclabili ma non i ciclisti: pericolose e non connesse

Aumentano le piste ciclabili ma non i ciclisti: pericolose e non connesse
Aumentano le piste ciclabili ma non i ciclisti: pericolose e non connesse

La fotografia aggiornata della Federazione Italiana Ambiente e bicicletta, ieri mattina attiva in 20 punti della città per monitorare il numero di ciclisti, lo conferma

La fotografia aggiornata della Federazione Italiana Ambiente e bicicletta, ieri mattina attiva in 20 punti della città per monitorare il numero di ciclisti, lo conferma


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Modena sarebbe la città ideale per gli spostamenti in bicicletta. Per dimensione e per tipologia degli spostamenti stessi. I dati, raccolti e posti alla base del nuovo PUMS, lo confermano. L’83% del traffico ha origine e destinazione in città, ed il 45 per cento degli spostamenti avviene al di sotto dei 2,5 km. Tratti spesso casa lavoro che potrebbero essere percorsi in bicicletta, se non a piedi. Cosa che a Modena non succede. O almeno non nei numeri che sarebbe possibile, ed auspicabile registrare.  Anche solo in virtù dell'aumento in termini di estensione (che non sempre significa qualità) dei percorsi ciclabili. E anche quando la 'bella stagione' lo consentirebbe.

Una fotografia tracciata come ogni anno dalla Fiab, Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta che ogni anno, a mano, contandole ad una ad una in fasce orarie e punti definiti, effettua una campagna di monitoraggio del numero di ciclisti che percorrono le piste ciclabili cittadine. Raccogliendo dati anche per proporre al Comune proposte per il miglioramento del servizio. Come sta succedendo con le osservazioni al nuovo Piano Urbano per la mobilità sostenibile.  Nuovo appuntamento ieri mattina, con una ventina di volontari in altrettanti snodi viari cittadini, dalle ore 7,30 alle 8,45, per monitorare i flussi.
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Gli ultimi monitoraggi avevano confermato che la scarsa sicurezza e connessione delle piste ciclabili modenesi aveva influito, pur a fronte di una maggior numero di chilometri ciclabili a disposizione, a lasciare il numero di ciclisti sostanzialmente stabile.

Una realtà che si è di fatto ripresentata (anche se l'elaborazione dei numeri raccolti deve ancora essere svolta), anche ieri mattina. All'incrocio con via della Pace, via Giardini e via Gaddi, intersezione anche di diversi tratti di pista ciclabile incontriamo il rappresentante di Fiab Modena Franco Fondriest: 'Le problematiche che il comune già conosce, sono quelle di sempre. Scarsa manutenzione, tratti pericolosi o non connessi'. Anche noi ci rechiamo sul posto dell'incontro fissato con Fondriest, in bicicletta. E ci basta percorrere un tratto di almeno due chilometri per rendersi conto delle numerose insidie che chi sceglie la bicicletta si trova ad affrontare. Con tratti che si confondono o sono coincidenti con i marciapiedi, o ciclabili utilizzate come marciapiedi data la presenza, sulle ciclabili, di auto in sosta, e sui marciapiedi, di Dehors, macchinette per la distribuzione delle sigarette, ecc....
 
'Purtroppo, anche in giornate come queste, ideali per l'uso della bicicletta - sottolinea Fondriest -  notiamo che i flussi, al di la di alcuni picchi nella fascia scolastica, sono bassi.
Circa un centinaio di biciclette dalle ore 7,30 alle ore 8,45 rispetto a migliaia di automobili ferme al semaforo ad aspettare il via è un numero veramente non esaltante.  Tutti chiedono aria pulita (questa è la priorità indicata da un campione rappresentativo di modenesi interpellati nell'ambito delle ricerche preliminari al Pums), ma questo obiettivo è raggiungibile solo prediligendo le alternativa al motore a scoppio'

Certo è che un ruolo fondamentale sta al pubblico chiamato a garantire un servizio a chi sceglie la mobilità sostenibile, non solo basato sulla quantità ma sulla qualità. Sia sul fronte dei percorsi ciclopedonali, sia rispetto al trasporto pubblico.
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