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'Sulle rette per i disabili il Comune ha violato la legge, ora informi i cittadini e rimborsi le famiglie”

'Sulle rette per i disabili il Comune ha violato la legge, ora informi i cittadini e rimborsi le famiglie”
'Sulle rette per i disabili il Comune ha violato la legge, ora informi i cittadini e rimborsi le famiglie”

Dopo le sentenze del Tar che hanno annullato il regolamento, i referenti dell'Associazione Prima gli ultimi, firmataria del ricorso, in conferenza stampa insieme al padre di una ragazza disabile: 'Per anni mia figlia ha pagato per i diritti che la legge gli riconosce. D'ora in poi applicare l'Isee ristretto'

Dopo le sentenze del Tar che hanno annullato il regolamento, i referenti dell'Associazione Prima gli ultimi, firmataria del ricorso, in conferenza stampa insieme al padre di una ragazza disabile: 'Per anni mia figlia ha pagato per i diritti che la legge gli riconosce. D'ora in poi applicare l'Isee ristretto'


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“Le sentenze del Tar dei giorni scorsi sono chiarissime: il Comune di Modena ha violato le normative sull’ISEE e ha colpito economicamente persone già in difficoltà, ovvero cittadini con disabilità e delle loro famiglie, che vivono quotidianamente situazioni complesse e carichi emotivi e organizzativi pesanti'. La Presidente dell'Associazione Prima gli ultimi Laura Schianchi va dritta al punto nella conferenza stampa organizzata in piazza Grande, simbolicamente sotto il Municipio dove è stato varato, a applicato per anni, un regolamento sulla compartecipazione alla spesa per l'accesso ai servizi disabili annullati dal TAR per aspetti legati ad una non corretta applicazione del parametro Isee.
Ora cosa dobbiamo aspettarci? - chiediamo ai referenti dell'associazione in cui spicca anche un nome ormai noto nella vertenza accesa da anni, il modenese Stefano Forti, che da anni pone la questione del regolamento all'attenzione del comune e dell'opinione pubblica.“Quello che ci aspettiamo ora è che il Comune riscriva il regolamento in conformità con la legge, e rimborsi le persone che hanno pagato più del dovuto. E' successo a Parma dove si è veriicata una situazione analoga a quella modenese, e chiediamo che il Comune di Modena si comparti allo stesso modo. È un atto dovuto, oltre che giusto.
È finito il tempo degli escamotage: il sistema costruito da Modena sin dal 2017 per calcolare la compartecipazione è stato demolito, anche dopo tentativi maldestri di modificarlo per renderlo meno attaccabile. Ma le sentenze parlano chiaro.” - afferma la Presidente.“Il TAR ha azzerato tutto' - sottolinea Forti. 'Tutti i regolamenti adottati dal Comune in questi anni sono stati dichiarati nulli. Ora, nell'immediato, l’amministrazione ha un tempo limitato per informare gli utenti, così come fece per comunicare gli aumenti. Dovrà dire chiaramente che i regolamenti non sono più validi.”Secondo Forti, la strada da seguire è chiara e già tracciata da altre amministrazioni: “Il Comune di Parma ha adottato un modello trasparente, basato su una formula semplice che parte dal costo massimo del servizio e lo rapporta all’ISEE dell’utente, calcolando in modo equo la quota dovuta. Serve un sistema lineare, comprensivo anche del trasporto, come impone la normativa nazionale. Bastano pochi fogli Excel per farlo.” Ma anche nel momento in cui il Comune scrivesse ed approvasse un nuovo regolamento in linea con la normativa, rimarrebbe aperto il tema dei rimborsi. In conferenza stampa il padre di una ragazza disabile che frequenta un servizio diurno per disabili a Modena.
Per lui, ma soprattutto per famiglia, la sentenza fa emergere un fatto: 'Per anni la nostra famiglia, è stata obbligata a pagare per mia figlia che è senza reddito e nulla tenente, oltre 1.600 euro all’anno per la retta del centro, più altri 600 per il trasporto che la sentenza dice non spettavano a me. In totale parliamo di circa 2.300 euro l’anno, di fatto non dovuti e con una beffa in più. Non poterli nemmeno scaricare nella dichiarazione dei redditi.”Il problema, spiega, è a monte: “I servizi sociali dovrebbero richiedere l’ISEE ristretto del soggetto disabile, non quello dell’intera famiglia. Se la persona con disabilità è nullatenente, come nel caso di mia figlia, non si può far ricadere tutto sul nucleo familiare. Così si scarica il peso economico su chi già affronta ogni giorno difficoltà enormi.”. Nella conferenza stampa vengono ricordati i tanti casi di famiglie che hanno dovuto vendere la casa o altri beni per potere continuare a garantire un servizio di assistenza a famigliari in difficoltà che la legge definisce essere un diritto. Anche perché oltre al servizio pubblico c'è una somma di servizi che vanno gestiti a casa, al proprio domicilio, con presidi in buona parte non compresi, che si aggiungono ora anche all'aumento, importo dalla Regione Emilia-Romagma, dei ticket sui famarci.Tornando alle azioni e ai possibili risvolti legati alle sentenze c'è anche un piano politico.
In conferenza stampa tra il pubblico, erano presenti anche i Consiglieri capogruppo di Forza Italia Piergiulio Giacobazzi e Giovanni Bertoldi, che negli anni hanno seguito la vicenda dei ricorso e presentato atti, anche in relazione al regolamento modificato dal Comune nel 2021,ma non capace di fornire quel rispetto della normativa che le sentenze del Tar hanno ora imposto. Gi.Ga.
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Nato a Modena nel 1969, svolge la professione di giornalista dal 1995. E’ stato direttore di Telemodena, giornalista radiofonico (Modena Radio City, corrispondente Radio 24) e consigliere Corecom (C...   

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