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'A Gaza una simil-soluzione finale, speranza nell'opposizione interna a Israele'

'A Gaza una simil-soluzione finale, speranza nell'opposizione interna a Israele'
'A Gaza una simil-soluzione finale, speranza nell'opposizione interna a Israele'

Incontriamo Massimo Cacciari che anticipa i contenuti della lezione in piazza Grande sul Pais e riflette sui possibili effetti della situazione a Gaza

Incontriamo Massimo Cacciari che anticipa i contenuti della lezione in piazza Grande sul Pais e riflette sui possibili effetti della situazione a Gaza


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Al Festival filosofia di Modena dedicato alla Paideia, incontriamo Massimo Cacciari che anticipa i contenuti della lezione in piazza Grande sul Pais e riflette sui possibili effetti del conflitto in atto. Usando, su questo ultimo punto, termini a dir poco diretti: 'Sentendo le dichiarazioni e guardando ciò che sta succedendo, fa pensare una semi-soluzione finale'. Il riferimento alla soluzione finale orrore della storia è chiaro. Meno chiara e assurda sembra agli occhi di Cacciare, l'azione del governo israeliana: 'Azione suicidaria, capace solo di destabilizzare ulteriormente la regione mediorientale. Il rischio è anche quello di innescare azioni terroristiche'. Alla domanda se sia ancora possibile e realistico sperare in un cambio di rotta e in una soluzione risponde: 'La speranza può arrivare dall'opposizione in Israele, opposizione a Netanyau, una opposizione interna che è molto più forte di quella che c'è fuori'.
Venendo al tema della lezione magistrale programmata in Piazza Grande ma seguita da migliaia di persone nelle piazze e nei luoghi, da piazza XX settembre alla chiesa San Carlo dove la conferenza era trasmessa su megaschermi, Cacciari ha voluto valorizzare il potere e la forza del destinatario dell'educazione e della formazione impartita dal maestro.
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Il filosofo ne rilancia il rapporto nella sua dimensione più profonda che riporta alla filosofia classica, nella quale emerge anche l'aspetto 'erotico', e legato alla passione. 'Una dimensione che oggi viene erroneamente rimossa e che invece dovrebbe essere riconosciuta e gestita. Quella di oggi invece è una società pornografica, non erotica. L’educazione richiede eros, non repressione'.

La figura del Pais

'Il ragazzo nella cultura greca classica è un giovane che non è affatto un debole, un indifeso, come l’etimologia moderna potrebbe suggerire, ma anzi è una forza della natura, della massima potenza, simbolo della vita che si rigenera. E' l'immagine stessa della natura che si rigenera'.
Cacciari ha quindi posto con forza la necessità di riscoprire il senso originario e profondo del rapporto educativo tra maestro (magister) e allievo, come avveniva nella tradizione filosofica classica. 'In quel modello, l’educazione non era neutra, ma attraversata appunto da una dimensione erotica, nel senso greco del termine: desiderio, tensione, passione, che oggi viene completamente rimossa o fraintesa.
'In un rapporto didattico serio, c’è sempre un elemento erotico che va riconosciuto e governato dal maestro. Non va negato, non va represso, ma nemmeno lasciato libero di agire senza guida.
In questa prospettiva, il magister è chiamato non a eliminare le passioni, ma a saperle governare, come insegnava Spinoza — sia le proprie che quelle dell’allievo.
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L’educazione, quindi, come relazione densa, affettiva, carica di significato umano. “Se il rapporto non diventa affettivamente ricco, allora si riduce a una mera trasmissione tecnica di informazioni, e nessuno sarà davvero formato'.

La libertà nasce dalla passione

Nel suo discorso, che ha anticipato la lezione in piazza Grande Cacciari ha anche sottolineato che ogni forma di autentica educazione deve risvegliare la passione per la libertà. “Come posso voler essere libero se non ho passione per la libertà? Non è un ragionamento a farmi libero, è un impeto. Un desiderio corporeo di liberazione.” La libertà, dunque, non come questione teorica, ma tensione vissuta, incarnata.

Filosofia come intelligere: capire per agire, fondamentale anche in un mondo che brucia

Infine, un appello alla filosofia come strumento per capire il mondo, anche in tempi drammatici come quelli attuali. 'Parlare di filosofia oggi, mentre il mondo brucia, può sembrare fuori luogo - ha ammesso - ma la filosofia è prima di tutto intelligere, comprendere. Se non capisci il presente, non puoi nemmeno sperare di cambiarlo'.
 


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Nato a Modena nel 1969, svolge la professione di giornalista dal 1995. E’ stato direttore di Telemodena, giornalista radiofonico (Modena Radio City, corrispondente Radio 24) e consigliere Corecom (C...   

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