Venendo al tema della lezione magistrale programmata in Piazza Grande ma seguita da migliaia di persone nelle piazze e nei luoghi, da piazza XX settembre alla chiesa San Carlo dove la conferenza era trasmessa su megaschermi, Cacciari ha voluto valorizzare il potere e la forza del destinatario dell'educazione e della formazione impartita dal maestro.
Il filosofo ne rilancia il rapporto nella sua dimensione più profonda che riporta alla filosofia classica, nella quale emerge anche l'aspetto 'erotico', e legato alla passione. 'Una dimensione che oggi viene erroneamente rimossa e che invece dovrebbe essere riconosciuta e gestita. Quella di oggi invece è una società pornografica, non erotica. L’educazione richiede eros, non repressione'.
La figura del Pais
'Il ragazzo nella cultura greca classica è un giovane che non è affatto un debole, un indifeso, come l’etimologia moderna potrebbe suggerire, ma anzi è una forza della natura, della massima potenza, simbolo della vita che si rigenera. E' l'immagine stessa della natura che si rigenera'.Cacciari ha quindi posto con forza la necessità di riscoprire il senso originario e profondo del rapporto educativo tra maestro (magister) e allievo, come avveniva nella tradizione filosofica classica. 'In quel modello, l’educazione non era neutra, ma attraversata appunto da una dimensione erotica, nel senso greco del termine: desiderio, tensione, passione, che oggi viene completamente rimossa o fraintesa.
'In un rapporto didattico serio, c’è sempre un elemento erotico che va riconosciuto e governato dal maestro. Non va negato, non va represso, ma nemmeno lasciato libero di agire senza guida.
In questa prospettiva, il magister è chiamato non a eliminare le passioni, ma a saperle governare, come insegnava Spinoza — sia le proprie che quelle dell’allievo. L’educazione, quindi, come relazione densa, affettiva, carica di significato umano. “Se il rapporto non diventa affettivamente ricco, allora si riduce a una mera trasmissione tecnica di informazioni, e nessuno sarà davvero formato'.