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'll Bar Arcobaleno, un punto di ristoro oltre che di riferimento per i frequentatori del parco XXII Aprile, sarà il primo luogo in città contraddistinto dal marchio “Punto città sociale e sicura”. Il logo intende valorizzare la partecipazione dei cittadini e dei volontari per una comunità coesa, individuando una serie di luoghi dove, con il sostegno delle istituzioni, la presenza di pezzi della società civile è determinante per il presidio e la vivibilità del territorio, per fare insieme sicurezza'.
Così il Comune di Modena, nell'agosto di due anni fa, annunciava la riapertura dei locali (di proprietà del Comune ma per anni gestiti in convenzione con il Ceis), del bar Arcobaleno, comprendenti anche una sala polivalente. Un luogo strategico e dalle grandi potenzialità, perché posto all'interno del Parco XXII aprile, e capace di costituire, anche solo con l'apertura di un'attività commerciale, un presidio in una delle aree più difficili della città sotto il profilo dell'ordine e della sicurezza pubblica.
Ma l'idea di renderlo sede in cui fare convergere i volontari di una associazione che partecipava al progetto sicurezza attiva nella zona, di fatto non è mai decollata nonostante la presenza, all'inagurazione, dell'ex premier Romano Prodi. I locali, con l'avvicinarsi della campagna elettorale delle amministrative, rimasero si aperti ma oggi nei documenti delle redazioni, sono ricordati soprattutto per avere ospitato le iniziative elettorali del sindaco ricandidato e del partito di cui è espressione. Al 'Punto città sociale e sicura' venne organizzato anche l'evento di presentazione dei candidati e delle liste a sostegno della candidatura di Giancarlo Muzzarelli.
Poi aperture sporadiche, poi un accenno di riapertura post covid, durata quanto il tempo di un giretto al parco. Ora il 'Punto città sociale e sicura' è chiuso, abbandonato dal Comune a se stesso, tristemente simbolo, agli occhi dei tanti che ogni giorno si recano al parco da via Toniolo e viale Gramsci, del contrario di ciò che negli impegni del Comune stesso doveva essere.
Proprio nel momento in cui si moltiplicano gli sforzi dei cittadini, dei commercianti, delle associazioni di quartiere per organizzare iniziative capaci di rendere vivibili ed appetibili gli spazi pubblici altrimenti occupati da spacciatori e sbandati (questa sera proprio al parco XXII aprile è in programma il cinema gratuito ed il Comitato dei residenti di viale Gramsci ha organizzato un sit nell'area delle ex panchine come deterrente allo spaccio, con tanto di gelateria ambulante), che il Comune si defila nei fatti da quello che doveva essere il simbolo del sostegno dell'ente pubblico alla società civile, che si mobilita per la sicurezza e la legalità. Non certo un bel segnale'
Gi.Ga.
Redazione Pressa
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