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Pedemontana, Provincia non fa la Viss con la scusa che l'obbligo scatta tra due anni

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Eppure parliamo di un progetto datato 2002, finanziato dal 2010, fermo fino al 2017 nei cassetti della Provincia per ricorsi ai tribunali amministrativi


Pedemontana, Provincia non fa la Viss con la scusa che l'obbligo scatta tra due anni
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Il PRIT 98 della Regione Emilia Romagna prevedeva la realizzazione della Pedemontana come asse C, raddoppiabile successivamente la carreggiata, per la trasformazione in asse B. Il PRIT 2020 in corso di approvazione in Regione prevede che tale asse resti di tipo C, ma non si sa se definitivamente, in quanto in alcuni tratti i terreni sono stati espropriati al fine di realizzare la seconda corsia (Nuova Bazzanese), ma questo non significa il passaggio automatico a tipo B, ma potrebbe paventarlo in quanto non sono presenti intersezioni a mezzo rotatoria.
La differenza sostanziale tra un asse C e un asse B per il codice della strada è la fruibilità dello stesso da parte di utenti deboli e forti per l’asse C, e solo forti per l’asse B, che si traduce in una diminuzione della pericolosità rilevato dai  tre indici (RIP RIM RIL) con i quali si misura l’efficienza di un tratto stradale e la sua sicurezza.

La Provincia di Modena risponde a novembre 2018 alle osservazioni formulate dal sottoscritto e da Gianaroli Filippo con delle controdeduzioni alle nostre osservazioni formulate a settembre 2018, in particolare in merito alla assenza della VISS, Valutazione Impatto Sicurezza Stradale, nel progetto approvato dalla Provincia in CDS a settembre 2018.

  1. b) Il D.Lgs 35/2011 si applica alla rete dei cosiddetti Corridoi Transeuropei TEN (vedi art. 1.4.1 del citato D.Lgs) che non riguarda nessun tipo di viabilità di rango provinciale. Per quest’ultima il citato decreto costituisce principio al quale le Province si possono ispirare per dettare proprie direttive da adottarsi entro il 31/12/2020.

Sintetizzando per chi legge, lo Stato Italiano ha recepito la normativa 35/2011 nel 2011, la stessa agisce scaglionando nel tempo la sua entrata in vigore in base alla tipologia delle strade, inizialmente le autostrade (TEN) e solo dal 2016 le strade Provinciali e Regionali, per le quali si consiglia in fase di progettazione dal 2016 (ma anche precedentemente) di utilizzare il Dlgs 35/2011, mentre invece risulta lo stesso essere obbligatorio dal 1 gennaio 2021.

Dalle righe chiare e sintetiche di risposta della Provincia se ne deduce che la Provincia di Modena non ha ritenuto di doversispirare al principio consigliato dalla normativa in quanto “consigliato”, neppure con un progetto datato 2002, finanziato dal 2010, fermo fino al 2017 nei cassetti della Provincia per ricorsi ai tribunali amministrativi, ai quali la Provincia ha deciso di attendere a scopo cautelare in completa autonoma decisione. L’esclusione di VIA del tratto in questione ha portato poi la Provincia (insieme al Comune) a non ritenere utile una informazione in merito dei cittadini (trasparenza  a mezzo assemblee).

Le dichiarazioni a mezzo stampa di questi giorni della Provincia portano la data di conclusione di questi lavori (1,8 km) nel corso dell’anno 2021, stesso anno dell’entrata in vigore obbligatoria della VISS per le strade Provinciali, i quali lavori dovrebbero iniziare in Estate 2019 (due rotonde, due sottopassi).

Di fatto l’allungamento dei tempi progettuali, le modifiche dopo 15 anni del progetto con una variante allo stesso ( cavalcavia/rotonda) si è scontrato logicamente con le modifiche che sono avvenute alle legislazioni in materia,  decreto N. 170 del 24 Luglio 2006, in merito alle intersezioni, che non permette le rotatorie su assi B, quindi l’ipotesi progettuale di asse B da asse C , del  PRIT1998 sarebbe vano,  e vale l’ipotesi attuale di asse C soltanto (PRIT 2020),  lo stesso dlgs 35/2011 ,che è stato approvato nel 2009 dalla UE , assorbito a scaglioni, si scontra con la progettazione vecchia di quasi 20 anni.

L’Europa fissa i cardini della sicurezza stradale (ma anche quelli dell’inquinamento) al fine di abbattere il numero di morti e feriti lungo le strade europee (23500 feriti, 378 morti in Regione nel corso del 2017 con 85 morti per milione di abitanti, se fossimo uno stato RER, saremmo al primo posto assoluto in UE, anche e soprattutto perché siamo insieme alla Toscana primi per decessi con utenti deboli, biciclette e pedoni , e la stessa Modena nel recente incontro in Prefettura ha soglie elevatissime di mortalità da utenti deboli).




Appare fragile qualsiasi giustificazione tesa a non prendere in considerazione la VISS in questo contesto, in quanto il territorio di riferimento ha una percentuale di sinistri dell’8/1000 contro il 3,9/1000 della Provincia di Modena e della Regione, unico tratto non realizzato di un asse C lungo 130 km che dovrebbe collegare il polo ceramico di Sassuolo con il casello della A1 Valsamoggia, e non di secondo conto , la creazione dell’imbuto Solignano Cà di Sola Settecani, ha elevato alla potenza le percentuali dei sinistri nel territorio interessato.

Permettere la miscelazione del traffico leggero ( pedoni , biciclette, motorini) con il traffico pesante (camion trasporto mattonelle e MPS di atomizzato), inserendo rotonde dotate di isole salvagente come afferma le RER, per attraversare in sicurezza a piedi, adducendo la non obbligatorietà al rispetto della VISS (solo dal 1 gennaio 2021), lascia sconcertati in merito alla programmazione infrastrutturale del nostro territorio.

Appare evidente anche ad un profano che non può avere giustificazioni la mancata applicazione del dlgs 35/2011, anche se solo consigliato dalla nostra normativa, ma obbligatorio fra 2 anni , in quanto la realizzazione infrastrutturale deve tendere alla maggior sicurezza possibile, e non può tener conto solo del giorno di applicazione della normativa VISS (la stessa normativa non è rigida in merito in quanto esistono fasi progettuali, realizzative, e di modifia, (da cui i termini consigliato e obbligato) soprattutto se siamo in un territorio che tanto ha già dato, sia in termini di inquinamento che di trasporto.

Ma non solo , manca ancora un tratto di 2 km per completare l’opera fino a via Montanara, e certamente tra progetto , espropri , lavori, si arriverà al 2024 essendo ottimisti, con finanziamenti europei, in questo caso saremo in obbligo di adottare il dlgs 35/2011 ( è scritto nello stesso), e si arriverà al paradosso che si farà una valutazione sulla sicurezza stradale dell’opera solo per 2 km, e nulla per il restante. Quello che appare ad un profano è una netta dicotomia tra il progetto, il tempo (17 anni), le normative nuove apparse in Gazzetta, e le scelte della Provincia, senza comprendere quale sia il vantaggio pubblico di questa ulteriore modifica (rotonda/cavalcavia) che ha paralizzato il progetto per 11 anni.
Se a quanto scritto associamo anche che per la realizzazione (rotonda) spenderemo un milione in più, non ci resta che piangere… Ritorneremo sull’argomento presto in merito alla VISS e alla sua applicabilità negata.

Roberto Monfredini e Filippo Gianaroli


Redazione Pressa
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