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Il 14 agosto si festeggia San Massimiliano Maria Kolbe.
Massimiliano Maria Kolbe nacque in Polonia l'8 gennaio 1894. Nel 1907 entrò nel seminario dei frati Minori e fu ordinato sacerdote il 28 aprile 1918. Massimiliano sintetizza la sua grande devozione verso Maria Immacolata con il motto: 'Rinnovare ogni cosa in Cristo attraverso l'Immacolata' e inoltre, istituì, nel 1917 la 'Milizia di Maria Immacolata'. Massimiliano, conscio dell'importanza della stampa cattolica, diede inizio alla pubblicazione della rivista 'Il Cavaliere dell'Immacolata'. Nel 1927, Massimiliano, iniziò la costruzione, di una intera città a 40 km da Varsavia dove vivevano parecchi religiosi, e giovani aspiranti sacerdoti. Nel 1939 la Polonia venne invasa, la persecuzione si abbatte anche sulla 'Città dell'Immacolata'. Massimiliano con eroica fermezza e carità accolse nel 'Convento-Città' profughi, affamati, cristiani ed ebrei. A causa delle sue attività benefiche il 17 febbraio 1941, Massimiliano fu deportat ad Aushwitz.
Nelle baracche del lagher consolava i compagni di sventura: pregava e faceva pregare, sopportava e perdonava, illuminava e fortificata nella fede, infondeva Speranza. Un giorno un detenuto del lagher riuscì a fuggire. Il giorno dopo la fuga, i soldati tedeschi precedettero alla scelta di 10 prigionieri per condannarli a morte per ritorsione contro il fuggitivo. Massimiliano si offrì al posto di un condannato a morte che, disperato, pensava alla moglie e ai figli. I soldati tedeschi accettarono lo scambio. I condannati furono gettati al buio in una stanza, in attesa di morire di fame. La lunga agonia fu scandita dalle preghiere che padre Kolbe recitava ad alta voce. Massimiliano, assieme ai suoi compagni morì il 14 agosto 1942 nella vigilia della 'Assunta'. Il 10 ottobre 1982 Giovanni Paolo ll lo proclamò Massimiliano Maria Kolbe Santo. In quella occasione era presente l'uomo al quale il Santo aveva salvato la vita: Francesco Gaiowuiczec. San Massimiliano è patrono degli obiettori di coscienza.
Auguri a tutti i lettori che si chiamano Massimiliano e Massimo.
Redazione Pressa
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