Dopo l’intensa giornata di ieri dentro e fuori Montecitorio, dopo un confronto tutt’altro che rispettoso tra le forze politiche che, nelle vesti di maggioranza e opposizione, oggi si contrappongono e conferiscono più importanza ai social, alla televisione, alle piazze e a qualsiasi altro scenario estraneo all’aula parlamentare, oggi si è finalmente votata la fiducia al Senato. Una fiducia che, come previsto nei giorni scorsi, ha superato di poco la soglia del Quorum: 169 voti a favore, 133 contrari e 5 astenuti.
Anche quella del Senato è stata una seduta molto difficile per i presenti. Sebbene oggi non fossero state convocate delle proteste nei pressi di Palazzo di Madama, i senatori del Centrodestra hanno messo alla luce i trailer di quella che sarà l’opposizione al governo giallorosso: un’opposizione disposta a delegittimare la figura di Conte bollando il Premier quale elemento di continuità e non più di cambiamento, criticando ciò che considerano un atteggiamento di sottomissione nei confronti dell’Europa e attaccando l’essenza di un’alleanza che, a loro avviso, si è creata per impedire agli italiani di andare a votare. Oltre all’opposizione proveniente da Destra, resta viva l’obiezione da parte di chi ha visto l’evolversi dell’insano confronto tra il PD e il M5S. Personaggi come Calenda, Richetti e Paragone sono alcuni degli esponenti che non hanno digerito l’alleanza innaturale tra due forze politiche che fino a qualche settimana fa basavano il proprio consenso sulla delegittimazione dell’altro.
Soprattutto il M5S. E non si può dare la colpa a quella ampia porzione di elettorato che semplicemente non ci crede. Nasce così, e lo ripeteremo con insistenza, una maggioranza molto fragile che dipenderà in buona parte dalla lieve ripresa di un’economia ferma nel tempo e nello spazio oltre che dalla stabilità psicologica dei leader che compongono l’alleanza giallorossa, i quali, pur di dar vita a questo governo hanno rinunciato a inquantificabili promesse, ideali e linee ideologiche e dovranno ancora farlo in ciò che sarà l’esistenza in vita di un governo nato sotto il segno della contraddizione, la cui formazione viene giustificata - da entrambe le parti - dalla necessità di dare soluzioni alle emergenze economiche e sociali che attraversa la Nazione, da una parte, e porre freno alle spinte sovraniste e reazionarie dall’altra.
A conferma di questa analisi, ci torna utile citare le parole pronunciate oggi dal senatore Dem Luigi Zanda, il quale ha illustrato l’esposizione alla quale si sottopongono il PD e i Cinquestelle nella conformazione del
Starà all’ avvocato del Popolo e ai suoi Ministri dimostrare il contrario
Estefano Tamburrini

