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Borsa: Europa chiude fiacca dopo inflazione Usa in calo, Milano -0,10

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Bene i petroliferi, in coda Cucinelli


Borsa: Europa chiude fiacca dopo inflazione Usa in calo, Milano -0,10
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Chiusura a passo lento per le Borse europee, dopo gli attesi numeri sull'inflazione americana, che spingono invece al rialzo Wall Street. Il dato Pce core, quello più monitorato dalla Federal Reserve, è calato su base annuale al 2,6%, dal 2,8% di aprile, in linea con le previsioni, cosa che spinge il mercato a ritenere che la Banca centrale americana potrà cominciare a ridurre i tassi di interesse prima di quanto lasciato intendere in precedenza. Nessuna sorpresa invece dai dati sull'inflazione di giugno delle principali economie europee, Italia compresa (+0,1% su base mensile e +0,8% su base annua, come nel mese precedente). Così Milano ha chiuso a -0,1%, sostanzialmente in linea con Francoforte (+0,13%), Madrid -0,07%, Londra sulla parità e Amsterdam -0,14%.

Discorso a parte per Parigi, in calo dello 0,68%, schiacciata dall'incertezza per il voto di domenica 30 giugno che vedrà circa 50 milioni di francesi andare alle urne per rinnovare l'Assemblea nazionale (la seconda tornata elettorale sarà il 7 luglio).



Per quanto riguarda i titoli, a Milano bene i petroliferi (Tenaris +2,35%, Saipem +1,23%) e St (+1,57%). In coda invece Brunello Cucinelli (-3,66%), colpita dalle prese di beneficio dopo il rally della seduta precedente. Giù anche Terna (-1,66%) che sconta un presunto allungamento dei tempi di consegna per i cavi sottomarini. Sul valutario, dopo una mattinata in rialzo per il biglietto verde, la moneta unica riaggancia quota 1,07 dollari e chiude a 1,071. Rimane debole lo yen che in settimana è sceso ai minimi dal 1986 contro il dollaro.

Il cross euro/yen vale 172,358 (da 171,9) mentre quello dollaro/yen 160,92 (da 160,5).

Ritraccia il prezzo del petrolio dopo i guadagni delle ore precedenti, con i future agosto sul Brent a 86,48 dollari al barile (-0,1%), e quelli di pari scadenza sul Wti a 81,45 dollari (-0,35%). In calo il prezzo del gas, che sulla piattaforma di Amsterdam è indicato a 34,49 euro al megawattora (-1%). Infine, lo spread ha chiuso a 157 punti, contro i 156 dell'apertura e i 158 della chiusura precedente, con il rendimento decennale al 4,06% dal 4,03% della vigilia.



Tra i petroliferi attenzione anche su Eni (+0,28%), con gli asset in vendita in Alaska che si prevede abbiano un valore tra 900 milioni e un miliardo di dollari (850-930 milioni di euro ai cambi correnti). In calo complessivamente il comparto energy con Erg (-1,35%), Snam (-0,72%) e A2a -0,64%). Per quanto riguarda Terna, che come detto ha terminato in calo dell'1,66%, secondo gli analisti non ci sarebbero problemi per il Tyrrhenian Link, mentre qualche incertezza potrebbe esserci per l’Adriatic Link, elettrodotto da 1,3 miliardi che dovrebbe entrare in esercizio nel 2028. Sotto i riflettori anche Stellantis (-0,4%), in attesa dei dati sulle immatricolazioni di giugno che saranno diffusi lunedì e nel giorno in cui Financial Services Italia (Stellantis Fs) ha completato il collocamento della cartolarizzazione pubblica con oggetto crediti finalizzati all’acquisto di auto del valore iniziale di 1.200 milioni di euro. Sempre nel comparto auto, Ferrari ha finito in ribasso (-0,7%), nel giorno in cui è stata completata la quarta tranche del programma di riacquisto azioni proprie da 2 miliardi di euro, acquistando titoli per un importo di 350 milioni, mentre è stata avviata la quinta tranche da 250 milioni. Fuori dal listino principale, balzo per Impianti (+26,,67%), Next Re (+8,44%) e Cofle (+8%), mentre le performance peggiori sono state quelle di Nikola (-16,6%) e Dotstay (-10%).

In una seduta poco brillante per le Borse europee, a frenare i listini continentali sono stati i titoli della chimica (-1,1% l'Euro Stoxx 600 di settore), dei media (-0,99%) e, soprattutto, del comparto retail (-1,1%), zavorrato dal tonfo di Nike, che a Wall Street è arrivata a cedere circa 20 punti, il maggiore ribasso percentuale dal 2001, dopo avere anticipato per il 2025 un inatteso calo delle vendite, cosa che ha messo il freno anche ai competitor (Jd Sports -5,5% a Londra e a Francoforte Puma e Adidas rispettivamente -2% e -0,1%, azzerando i guadagni precedenti). Modesti rialzi invece per i titoli delle telecomunicazioni (+0,4%) e i tecnologici (+0,44%). Da segnalare anche il tonfo di Atos (-15% a Parigi): Onepoint ha deciso di uscire dal capitale della società di cui è primo azionista con l’11%, dopo l’annuncio shock di mercoledì del ritiro dall’operazione di salvataggio di Atos, per cui era stata scelta solo poche settimane fa. Male anche Air France-Klm (-3,69% a Parigi), dopo il declassamento da parte degli analisti di Barclays, motivato dalle incertezze del quadro politico sia in Francia, sia in Olanda. Brusco calo anche per il fornitore di software tedesco Teamviewer (-6% a Francoforte), dopo avere reso noto di essere stato vittima di un attacco informatico, mentre sui social circola il sospetto di una 'regia' russa dietro l'hackeraggio.

Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 

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