In linea di massima, possiamo affermare che il gap relativo al versamento medio Irpef tra queste 3 categorie di contribuenti ? dovuto, in particolar modo, alla combinazione di 2 fattori:
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1) avendo redditi da lavoro mediamente pi? alti dei dipendenti e dei pensionati, il prelievo Irpef sui lavoratori autonomi ? superiore;
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2) gli autonomi e i pensionati, in particolar modo quelli con redditi medio bassi, possono contare su detrazioni fiscali nettamente inferiori a quelle riconosciute ai dipendenti.
Dichiara il segretario della CGIA, Renato Mason: “Dopo aver deciso di tagliare il cuneo fiscale, rendendo cos? le buste paga dei lavoratori dipendenti pi? pesanti, a nostro avviso ? auspicabile che il Governo Conte torni ad alleggerire il carico fiscale anche sulle piccole e micro imprese. Questo, indirettamente, avvantaggerebbe anche i lavoratori dipendenti, visto che in questi ultimi anni di difficolt?? economica la stragrande maggioranza dei nuovi posti di lavoro ? stata creata dalleattivit?? imprenditoriali di piccola dimensione”.
Tornando ai numeri, l’Irpef ? la principale imposta pagata dai contribuenti allo Stato italiano. A versarla sono solo le persone fisiche (lavoratori dipendenti, pensionati, lavoratori autonomi e titolari di altri redditi personali) e come risulta dalle dichiarazioni dei redditi del 2018 (anno di imposta 2017) questi soggetti danno all’erario 157,5 miliardidi euro all’anno; l’incidenza di questo gettito sul totale nazionale delle entrate tributarie ? pari al 31,5 per cento. I lavoratori dipendenti e i pensionati presenti in Italia sono oltre 36 milioni e 300 mila persone: assieme costituiscono l’88,2 per cento dei contribuenti Irpef presenti nel Paese e versano al fisco quasi 130miliardi di euro (pari all’82,5 per cento del totale). Gli autonomi,invece, sono poco pi? di 4 milioni e 300 mila unit?? (pari al 10,5 per cento del totale contribuenti Irpef) e garantiscono al fisco 22 miliardi di euro di Irpef (il 14 per cento del gettito Irpef totale).