Risparmi in calo e debiti in aumento. Le soluzioni legislative ci sono

L’importanza dei tecnici è fondamentale, si tenga conto, ad esempio, come con l’esdebitazione rientrano nel circuito economico meno di 10mila pratiche


Per quanto riguarda la situazione relativa ai privati, quando si ha una situazione con la parvenza di irrecuperabilità, vi è una possibilità legislativa di soluzione parziale (in alcuni casi anche totale) per quanto riguarda tutta l’esposizione debitoria. Figura fondamentale, in questo caso è quella del Professionista, il quale, dovrebbe, anche senza una analisi dettagliata, invitare il cliente ad affrontare il problema, tramite la legge 3/2012, meglio conosciuta, non solo in gergo tecnico, con l’appellativo di legge sul sovraindebitamento o legge anti suicidi o esdebitazione.
Per quanto riguarda la situazione che contraddistingue l’impresa, vi sono novità rilevanti nel Codice su Crisi d’Impresa e Insolvenza, ma ancora troppe imprese ignorano questo strumento. Anche in questo caso i Professionisti, dovrebbero fare la loro parte.
Dopo la svolta, non solo linguistica ma anche culturale, dell’addio al termine “fallimento”, il nuovo codice della crisi (D.L. 14/19, di seguito “CCII”), a seguito degli ultimi affinamenti normativi, offre un rinnovato e migliorato panorama di strumenti a supporto delle imprese in difficoltà. Tra le principali novità la composizione negoziata, introdotta già dal Governo Draghi nell’agosto 2021, strumento che contempla anche misure premiali fiscali. Del resto, le aziende in difficoltà sovente accumulano debiti previdenziali e fiscali, visto che impiegano le risorse finanziarie, anche rivenienti da tributi come l’IVA, per far fronte ad altri impegni ritenuti prioritari per la sopravvivenza imprenditoriale (stipendi, fornitori).
Entrambi i riferimenti normativi, possono essere una ampia ancora di salvataggio, nel caso si incorra in problematiche economiche, ad esempio nel caso del privato, in una cattiva gestione dell’economia familiare, con un non più gestibile ‘conto della serva’, mentre nel caso dell’impresa, un problema, per l’amministratore, sarebbe quello, di non essere in regola con l’articolo 2086 cod. civ. - già in vigore a partire dal 16 marzo 2019 – che ha previsto per tutti gli imprenditori, che operino in forma societaria o collettiva, il dovere di istituire un assetto organizzativo, amministrativo e contabile adeguato alla natura e alla dimensione dell’impresa. L’intervento normativo ha focalizzato l’attenzione sul fatto che gli adeguati assetti debbano essere in grado di rilevare tempestivamente l’insorgere della crisi dell’impresa nonché la perdita della continuità aziendale – vero e proprio elemento di novità – oltre a quello di attivarsi senza indugio per l’adozione e l’attuazione di uno degli strumenti previsti dall’ordinamento per il superamento della crisi e il recupero della continuità aziendale. Successivamente, il D.Lgs. 147/2020 ha stabilito che per le società di persone, per le società per azioni tradizionali e le società a responsabilità limitata l’istituzione degli assetti spetta esclusivamente agli amministratori. Gli adeguati assetti rispecchiano in pieno la finalità del Codice della Crisi ovvero quella di giungere tempestivamente al diagnosticare la situazione di crisi della società e di salvaguardare la continuità aziendale. Questo perché la crisi d’impresa è molto più gestibile e superabile qualora si intervenga tempestivamente e non – come fino ad ora – quando la società è ormai decotta e la situazione di crisi non più risolvibile.
In generale si parla poco di queste misure contro crisi d’impresa e insolvenza, parallele ma che possono portare ad una soluzione pratica. L’importanza dei tecnici è fondamentale, si tenga conto, ad esempio, come con l’esdebitazione rientrano nel circuito economico meno di 10mila pratiche…
Mario Mirabelli - Consulente Aziendale
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