Alla luce di questi risultati, la CGIA chiede con forza che si torni a guardare con maggiore attenzione al mondo delle piccole e alle micro, visto che la tassazione continua ad attestarsi su livelli insopportabili, il credito viene concesso con il contagocce e l’ammontare del debito commerciale della nostra Pubblica amministrazione (Pa) nei confronti dei propri fornitori ? di 57 miliardi di euro, di cui circa la met?? riconducibile ai mancati pagamenti.
Un tema, quello dei mancati pagamenti della Pa, che purtroppo non ? pi? al centro dell’attenzioneda parte della pubblica opinione. Afferma il segretario della CGIA Renato Mason: “La nostra Pa non solo paga con un ritardo ingiustificato, che nel dicembre del 2017 ci ? costato un deferimento alla Corte di GiustiziaEuropea, ma quando lo fa non ? pi? tenuta a versare l’Iva al proprio fornitore. Dopo l’introduzione dello split payment, infatti, le imprese che lavorano per il settore pubblico, oltre a sopportare tempi di pagamento lunghissimi, subiscono anche la mancata riscossionedell’imposta sul valore aggiunto che, pur rappresentando una partitadi giro, consentiva alle imprese di avere maggiore liquidit?? per fronteggiare le spese correnti. Questa situazione, associandosi alla contrazione degli impieghi bancari nei confronti delle imprese in atto in questi ultimi anni, ha peggiorato la tenuta finanziaria di moltissime piccole realt?? aziendali”.
Se oggi contiamo un numero molto ristretto di grandi imprese, la CGIA ricorda che fino alla prima met?? degli anni ’80 il loro ruolonell’economia nazionale era di primissimo piano. A quel tempo, l’Italiaera tra i leader mondiali nella chimica, nella plastica, nella gomma, nella siderurgia, nell’alluminio, nell’informatica e nella farmaceutica, grazie al ruolo e al peso di molte grandi imprese pubbliche e private (Montedison, Eni, Montefibre, Pirelli, Italsider, Alumix, Olivetti, Angelini, etc.). A distanza di quasi 40 anni, invece, abbiamo perso terreno e leadership in quasi tutti questi settori. E ci? ? avvenuto non a causa di un destino cinico e baro, ma a seguito di una selezione naturale compiuta dal mercato.