La montagna batte un colpo ma non è da parte di chi governa. Ma non è che chi sta dall’altra parte si stia muovendo per sollecitare interventi. Mentre infatti si assiste, per lo meno in pianura e in pedemontana a un sostegno generalizzato alle attività produttive, indipendentemente dal colore delle giunte, in Appennino l’impressione è che si rimanga fermi in attesa di capire cosa si farà da grandi, e soprattutto col fattore turismo che pare per l’ennesima volta destinato alla scelta poco rischiosa di campare di rendita. Vero è che sono andate a ruba gli affitti per le case con giardino a Sestola e Fanano, vero che comuni come Zocca e Montese rilanciano sul turismo di prossimità, ma è anche vero che manca un’idea strutturale, una soluzione di continuità, una progettazione.
E’ notizia di questi giorni il sollecito da parte degli esponenti più in vista di quello che è Forza Italia a Modena, ossia Piergiulio Giacobazzi, Antonio Platis e Maria Chiara Venturelli in merito alle politiche a sostegno della montagna. In effetti i singoli comuni sono abbastanza immobili e, fanno notare i tre politici, non è sufficiente incentivare l’abitabilità della montagna se non si creano posti di lavoro, come abbiamo evidenziato anche da queste parti.
Ragion per cui i tre presenteranno proposte a provincia e Unione del Frignano per creare misure a sostegno dell’economia montana che vadano dal turismo al sostegno del settore artigiano e del commercio.Del resto, stando ai dati riportati dai vari consorzi sciistici, dopo una stagione invernale che ha visto un crollo fino al 70% degli introiti, anche se dovuti in parte a un inverno mite, è necessario che il rilancio della montagna parta dal sostegno imminente al settore turistico e che da qui, a cascata, si attuino misure di sostegno al tessuto imprenditoriale.
La Regione ha aperto le spiagge in anticipo, e viene da pensare che si tratti, tutto sommato, di una furbata per poter ottimizzare, per lo meno dentro all’Emilia-Romagna il ponte del 2 giugno. E non pensiamo male se sospettiamo che dietro a questo ci sia la pressione dei romagnoli che di mare ci campano. Semmai viene da chiedersi perché la montagna, da Piacenza a Rimini, non si muova mai in termini concorrenziali col mare. Non è solo questione di appeal, è la lungimiranza di amministratori e operatori del settore che evidentemente manca.
Stefano Bonacorsi


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