Secondo quanto scrive La Stampa, il sottosegretario avrebbe lasciato piazzale Clodio mostrandosi molto seccato: “Spero che ci sia un giudice a Berlino. No, non mi dimetto”, il suo commento.
“Una sentenza politica. Le sentenze non si commentano, ma quelle politiche si commentano da sole - commenta lo stesso Delmastro -. E questa sentenza si commenta da sola. Dopo che l’accusa ha chiesto per tre volte l’assoluzione, arriva una sentenza di condanna fondata sul nulla. Vogliono dire che le riforme si devono fermare? Hanno sbagliato indirizzo. Vogliono dire che il Pd non si tocca? Hanno sbagliato indirizzo. Io non ho tradito i miei ideali: ho difeso il carcere duro verso terroristi e mafiosi. Io non ho tradito. E gli italiani lo sanno.
Delmastro era a processo per rivelazione del segreto d’ufficio sulla vicenda dell’anarchico Alfredo Cospito. I fatti risalgono al febbraio del 2023, quando in parlamento il deputato Giovanni Donzelli rivelò il contenuto di alcune conversazioni avvenute nel carcere di Sassari, durante l’ora d’aria, tra l’anarchico Alfredo Cospito e alcuni detenuti di camorra e ‘ndrangheta, anche loro detenuti con il regime del carcere duro, il 41 bis. La cosa fece molto scalpore. A maggior ragione visto che arrivò nel bel mezzo del dibattito sull’opportunità del 41 bis per Cospito, che da ottobre aveva iniziato un lungo sciopero della fame proprio per protestare contro le condizioni di carcere duro a cui era sottoposto (lo interruppe poi in aprile, quando la Consulta emise una sentenza possibilista sulla riduzione dell’entità della pena). Emerse abbastanza rapidamente il fatto queste informazioni segrete su Cospito, Donzelli, le avesse avute da Delmastro, titolare del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria. E da lì partì l’inchiesta.
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