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'Trentamila euro per giocare in serie C': video choc delle Iene su Salvatore Bagni

'Trentamila euro per giocare in serie C': video choc delle Iene su Salvatore Bagni

Intanto la Vis Pesaro 1898, 'ritenendo gravemente lesiva la rappresentazione offerta', ha disposto la sospensione del direttore sportivo Michele Menga


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Sta facendo molto discutere, nelle ultime ore, il servizio andato in onda su Le Iene, firmato da Luca Sgarbi e Claudio Bongiovanni.
L’inchiesta, al centro dell’attenzione mediatica, solleva gravi interrogativi sul funzionamento del sistema di accesso al calcio professionistico per i più giovani, denunciando pratiche che sembrano premiare più il denaro che il talento.
Il protagonista del servizio è Salvatore Bagni, 68 anni, ex centrocampista di Napoli e Inter, campione d’Italia nel 1987 al fianco di Maradona. Oggi attivo nello scouting, Bagni viene contattato dall’inviato de Le Iene, che si finge fratello di un giovane calciatore. L’obiettivo? Verificare come funzionano realmente le opportunità per entrare nei settori giovanili delle squadre professionistiche.
Nel corso dell’inchiesta, Bagni illustra senza filtri il suo modello operativo: 'Quelli che cerchiamo noi li paghiamo. Ma se un ragazzo ci viene proposto da altri, devono pagarci loro'. E le cifre non sono simboliche: 'Sotto i 30 mila euro non lavoriamo con nessuno', precisa. Il tutto, secondo le sue parole, giustificato dal fatto che 'gli operai non possono permetterselo, lo fanno solo imprenditori'.
Più che sul valore tecnico dei giovani, la discussione ruota attorno a soldi e contatti personali. Bagni, infatti, non chiede né video, né partite, né osservazioni dal vivo.
'Com’è tuo fratello?', chiede all’inviato, lasciando intendere che il giudizio tecnico dipende da chi propone il calciatore. L’ex giocatore, inoltre, sottolinea che il pagamento dovrebbe avvenire preferibilmente in contanti, ma offre un’alternativa per chi non può: una sponsorizzazione, definita come un modo per 'fare regali legali'.
 

Nel servizio viene anche esplicitato il rapporto che Bagni sostiene di avere con i club: 'Tutti mi devono qualcosa. Io sono corretto, e loro devono esserlo con me'. Aggiunge che sistemare un ragazzo in Serie C non rappresenta un ostacolo: 'Basta una telefonata, chiedo un favore'. E in certi casi, il posto da titolare sarebbe garantito: 'Alla Vis Pesaro, per esempio, ti fanno giocare di sicuro. Me lo avevano già confermato per un altro ragazzo'.
Nel video entra in scena anche Michele Menga, direttore sportivo del settore giovanile della Vis Pesaro. Secondo quanto affermato, la società sarebbe a conoscenza del meccanismo: 'La nostra fortuna è che io non nascondo niente, la società sa tutto, sia delle cose giuste che di quelle sbagliate'.
Bagni, durante l’incontro, rivendica numeri precisi: 'Abbiamo 13 ragazzi che hanno pagato e sono tutti nei settori giovanili professionistici. Chi non lo fa, resta fuor'”.
Un sistema, dunque, che secondo quanto documentato dall’inchiesta, si fonderebbe su una rete di conoscenze e compensazioni economiche, più che su un reale scouting basato sul merito.
Il servizio si chiude con una scena simbolica: la Iena consegna una busta contenente soldi finti all’ex calciatore. Bagni la prende e si allontana in auto, commentando: 'Se il sogno di un ragazzo è giocare nel settore giovanile di una squadra…'.
 

'La Vis Pesaro 1898, ritenendo gravemente lesiva la rappresentazione offerta, ha disposto la sospensione del Direttore Sportivo Michele Menga e ha disposto accertamenti al fine di valutare l'eventuale coinvolgimento dello stesso nelle vicende millantate dal signor Salvatore Bagni e disporre conseguentemente ulteriori provvedimenti. La società sportiva si riserva di tutelare la propria immagine e reputazione nelle sedi più opportune, al fine di evitare ulteriori strumentalizzazioni'. Il club marchigiano, impegnato in queste ore contro il Rimini nei play off della Serie C, si dichiara dunque 'totalmente estraneo ai fatti riportati' nel corso della trasmissione e 'respinge con fermezza ogni tentativo di accostare il proprio nome a vicende di cui è completamente estranea', ritenendo la rappresentazione televisiva 'gravemente lesiva'. La parola passa ora alle sedi competenti e si attendono sviluppi anche sul fronte Le Iene.
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