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Corteo anarchico, centro storico violato

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Diversi i danni a palazzi e negozi del centro, vuoti per l'annunciato passaggio. La rabbia dei commercianti


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Vetrine imbrattate e monumenti (in memoria delle vittime dei Carabinieri in porta Bologna e delle vittime delle foibe, in piazzale Natale Bruni), deturpati con vernice rossa e nera e scritte infamanti, telecamere di videosorveglianza coperte, muri di edifici pubblici e privati rovinati al passaggio del corteo con vernice e colla. Una lunga scia di danni e vandalismi quella lasciata in via Emilia centro dalla manifestazione anarchica e sedicente anti-fascista organizzata oggi in città.  Dichiaratamente antifascista e anti-Stato (accusato di rappresentare una dittatura), degno di minacce dirette. A Salvini, ma non solo. In tema di immigrazione e di CPR anche a Minniti. La condanna per i Centri di Permanenza per Rimpatri campeggia sul principale striscione che apre il corteo, che dalle 15,30 si è dipanato per le vie del centro da Piazza della Pomposa (quartier generale del circolo libertario promotore dell'iniziativa), attraversando via Emilia centro con destinazione viale gramsci e parco XXII aprile. Passando per largo porta Bologna dove il monumento in onore dei Carabinieri è stato imbrattato con scritte ingiuriose contro l'arma e per i viali del parco dove in direzione piazzale Natale Bruni nessun muro di edificio pubblico o privato è stato risparmiato dalle ingiuriose scritte.

Corteo che ha richiamato manifestanti da fuori provincia e regione.
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Diversi anche in tenuta antisommossa con caschi e manganelli, al pari di Polizia e Carabinieri. Che subito hanno intimato a giornalisti e fotografi di stare lontano dal corteo. Avvertimento che ha coinvolto anche gente comune che si preventivamente si è allontanata dal centro, svuotandolo completamente in quelle aree interessate dal passaggio del corteo. Blindate dal primo pomeriggio. Come via Emilia centro dove le attività commerciali, bar e ristoranti hanno dovuto sospendere l'attività. Con titolari a presidiare l'esterno dalle azioni degli avventori. Andati a segno in numerosi negozi di abbigliamento di capi firmati, con scritte sui muri o vetrine imbrattate, esterrefatti nel dovere assistere impotenti a tali atti di vandalismo gratuito. Le vetrine della multinazionali dell’abbigliamento e della telefonia le più colpite. Insieme alle banche protette da un massiccio cordone di Polizia. Con attenzione puntata sulle sedi BPER al centro della critica e degli attacchi dei manifestanti. Tra di loro chi era addetto all'imbrattamento delle telecamere di videosorveglianza pubbliche e private distribuite sul tragitto. Alcune private anche danneggiate, praticamente tutte quelle pubbliche imbrattate.

Scene di vandalismo ripetute anche sul cavalcaferrovia Mazzoni ed in viale Gramsci, dove è salita la rabbia dei residenti, obbligati a spostare le
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proprie auto in altre vie a notare la scomparsa dei cassonetti dell'immondizia dove la giornata è stata blindata in attesa del passaggio del corteo e dove la locale sede del partito democratico è stata oggetto di vandalismo ed imbrattamento con vernice rossa. Il corteo si è poi spinto, attraverso via Donati, fino al parco XXII aprile dove la manifestazione si è conclusa. Intorno alle 18.45, tre ore dopo la sua partenza. Da subito, tra lo sdegno e la condanna della politica e della società civile, è iniziata la conta dei danni e la riparazione delle telecamere imbrattate o danneggiate.

Gi.Ga.

 

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