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“Un crimine annunciato contro la democrazia” e “contro la volontà espressa alle elezioni”: così Gleisi Hoffman, al vertice del Partido dos trabalhadores (Pt) del neopresidente Luiz Inacio Lula da Silva, sull’assalto ai palazzi delle istituzioni federali a Brasilia. Mentre lo stesso Lula ha definito i manifestanti “vandali e fascisti”.
Immagini trasmesse dalla televisione nazionale hanno mostrato folle di sostenitori dell’ex capo di Stato Jair Bolsonaro superare le transenne e le barriere di sicurezza predisposte dall’esercito a protezione delle sedi del Congresso, della Corte suprema e del palazzo di Planalto, la sede della presidenza.
L’assalto dei sostenitori di Bolsonaro ha seguito di una settimana il giuramento di Lula come capo di Stato. Le violenze, ha detto il neopresidente, sono “atti di vandali e fascisti”.
A garantire la sicurezza nel distretto di Brasilia sono le autorità federali, con un dispiegamento della guardia nazionale e dell’esercito: lo ha disposto il neopresidente Luiz Inacio Lula da Silva, con una misura annunciata anche su Twitter.
Il provvedimento, introdotto dopo l’assalto di sostenitori dell’ex capo di Stato Jair Bolsonaro alle sedi del Congresso, della Corte suprema e del palazzo della presidenza a Brasilia, resterà in vigore almeno fino al termine del mese.
La misura prevede anche il dispiegamento nella capitale della Guardia nazionale e la chiusura al pubblico del quartiere centrale dove si trovano le sedi istituzionali per almeno 24 ore.
La violenza è “inaccettabile” e gli Stati Uniti stanno dalla parte della democrazia brasiliana, che “non sarà messa in discussione” dall’assalto di oggi: così il consigliere per la Sicurezza nazionale americana, Jake Sullivan.
La presa di posizione è stata diffusa attraverso i social network. “Gli Stati Uniti condannano ogni tentativo di minare la democrazia in Brasile” ha scritto Sullivan. Il presidente Joe Biden sta seguendo la situazione da vicino e il nostro sostegno alle istituzioni democratiche del Brasile è saldo”.
Appoggio al neopresidente Luiz Inacio Lula da Silva, nel suo appello a porre “fine immediata” ai disordini, è stato espresso anche dal segretario di Stato americano Anthony Blinken.
Sotto accusa per l’assalto al Congresso, alla Corte suprema e alla palazzo della presidenza a Brasilia sono i sostenitori di Jair Bolsonaro, ex capo di Stato che da alcuni giorni si trova proprio negli Stati Uniti, in Florida.
Redazione Pressa
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