È da qui, dall'accettazione di questa che viene prospettata come opportunità, appetibile per imprenditori che magari necessitano di liquidità o di coprire spese o introiti mancati, che viene aperta la porta ad una forma di crimine che guiderà con esiti presumibilmente disastrosi, il futuro dell'azienda.E' il quadro che in maniera chiara e diretta ha tracciato questa mattina Marcello Fracanzani, Consigliere della Corte di Cassazione e componente del Comitato Tecnico Scientifico della Fondazione Osservatorio Agromafie, rivolgendosi alla platea di agricoltori, autorità civili, militari, e delle forze dell'ordine, presente al convegno “L’economia nella provincia di Modena, tra cultura della legalità e lotta alle infiltrazioni malavitose' organizzato dall’Osservatorio Agromafie, Fondazione promossa da Coldiretti, il cui Comitato Tecnico Scientifico è presieduto dal Procuratore Gian Carlo Caselli, con il sostegno della Camera di commercio di Modena e la collaborazione di Coldiretti Modena. 'Ho voluto essere qui per guardarvi negli occhi e dirvi come funziona, le conseguenze che può portare, e come riconoscere il fenomeno, e denunciarlo' - ha affermato. Secondo Fracanzani, il sistema è ormai collaudato e si ripete ovunque in Italia, e le zone ad alto valore produttivo come l'Emilia Romagna e la provincia sarebbero particolarmente esposte proprio perché ricche, per volumi e qualità.
L'approccio della mafia in agricoltura
'Gli emissari delle mafie agiscono da soli, senza società di riferimento, difficili da tracciare o collegare a organizzazioni criminali. Si presentano agli imprenditori in difficoltà con due strumenti: compost da spargere sui terreni, spacciato per materiale innocuo, (ma che nel tempo si mostrerà anche carico di rifiuti industriali), e piccoli prestiti a breve scadenza. Diedi, venti, trenta mila euro, per agganciare aziende che vivono un momento di scarsa liquidità'.'La crisi di liquidità - ha spiegato il magistrato - è l’innesco più frequente: “Basta un bando comunitario andato male, un grande acquirente troppo esigente ma dal quale dipende la propria attività o una spesa familiare improvvisa. Situazioni comuni, che aprono varchi pericolosi”. 'L’ingresso - descrive Fracanzani - è dolce, senza minacce né imposizioni. Tutto avviene in incontri riservati, con rapporti individuali difficili da intercettare e, a differenza di quanto avviene in altri settori, i referenti non entrano mai nell'assetto dell'azienda. Ne stanno al di fuori ma con un peso sempre maggiore.Il compost “regalato” in cambio di un prestito, non è compost, ma rifiuto che compromette l'azienda e la produzione
“Una volta inquinati i terreni con sostanze tossiche, la bonifica diventa quasi impossibile”, ha avvertito il magistrato.Il consiglio: segnalare alle associazioni denunciare alle autorità competenti e per chi da subito vuole testare la buona fede di chi offe compost fare una proposta: analisi del terreno con il compost a spese di chi lo propone con la logica del 'Io imprenditore faccio fare le analisi e tu che mi offri il compost le paghi'.
Modena, territorio di eccellenza, quindi ad alto rischio
Il Modenese, pur essendo ancora “abbastanza impermeabile”, resta un’area strategica per le agromafie, con 23 prodotti DOP e IGP, un sistema agroalimentare tra i più forti d’Italia, al settimo posto nazionale per valore economico del comparto. Più un territorio è ricco e competitivo, maggiore è l’interesse delle economie criminali. Per questo la provincia è oggi “sotto osservazione”, anche se non esistono dati ufficiali sulla diffusione del fenomeno: gli emissari sono difficili da individuare e le denunce sono poche.Coldiretti: “Siamo il primo presidio. Servono strumenti e una squadra più forte”
Il presidente provinciale Coldiretti Luca Borsari ha ribadito l’impegno dell’associazione nel tutelare le imprese agricole da offerte sospette e proposte troppo vantaggiose. 'Giornate come questa servono per raccogliere informazioni dal territorio, confrontarci con le istituzioni e dare strumenti alle aziende', ha spiegato.Coldiretti mantiene uno sportello costantemente aperto per affiancare gli imprenditori nella valutazione di qualsiasi nuova proposta economica o commerciale. L’obiettivo è proteggere il valore dell’agroalimentare modenese, la credibilità delle sue eccellenze, i giovani che vogliono investire in agricoltura, un export da quasi 2 miliardi di euro. E soprattutto garantire che la parola legalità resti un pilastro del futuro agricolo del territorio.
L’appello finale alle imprese: “Non isolatevi. Parlate, chiedete aiuto, denunciate”
“Chi nota qualcosa di strano deve parlarne con le associazioni di categoria”, è l’invito congiunto di magistratura e Coldiretti. Il silenzio è l’alleato più forte delle ecomafie. Perché tutto inizia con un’offerta di compost “troppo conveniente”. E può finire con un’azienda compromessa, un terreno contaminato e un territorio che perde la sua identità.Il Convegno
Il programma ha previto, dopo i saluti del presidente della Camera di Commercio, Giuseppe Molinari, del consigliere provinciale con delega alla legalità, Giovanni Gargano, del sindaco di Modena, Massimo Mezzetti, la presentazione dello studio “Il quadro economico della provincia di Modena” a cura della Fondazione Osservatorio Agromafie.A seguire il panel moderato dal giornalista Gianpaolo Maini su “L’importanza della legalità e del rispetto delle regole sul mercato” con gli interventi di Marcello M. Fracanzani, Consigliere della Corte di Cassazione e componente del Comitato Tecnico Scientifico della Fondazione Osservatorio Agromafie, Stefano Bellei, Segretario Generale CCIAA Modena; Col. Francesco Mazza, Comandante della Guardia di Finanza di Modena; Antonio Iaderosa, Direttore Emilia-Romagna e Marche dell’Ispettorato centrale repressione frodi. Le conclusioni saranno affidate al Presidente di Coldiretti Modena, Luca Borsari.Gi.Ga.


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