Nel giorno simbolico del 25 novembre, la Camera dei Deputati ha dato il via libera definitivo – e soprattutto unanime – al disegno di legge che introduce nel codice penale il reato autonomo di femminicidio, già approvato nei mesi scorsi dal Senato con un consenso trasversale. Con il nuovo articolo 577-bis, l’uccisione di una donna motivata da odio, discriminazione, dinamiche di dominio o controllo viene qualificata come fattispecie autonoma, punita con l’ergastolo.
Un reato specifico se la vittima è donna
La nuova norma definisce femminicidio anche l’omicidio commesso quando la vittima rifiuta di instaurare o proseguire una relazione affettiva, o quando l’aggressore mira a limitare le libertà personali della donna. La legge introduce inoltre alcune misure collaterali che rafforzano il sistema di protezione: ergastolo obbligatorio per i condannati per femminicidio; estensione del controllo giudiziario e dei benefici penitenziari più restrittivi; potenziamento del braccialetto elettronico (attivazione a 1 km);
obbligo per il giudice di informare la vittima e i suoi familiari in caso di revoca o attenuazione del divieto di avvicinamento;
maggiori tutele per gli orfani di femminicidio; misure per contrastare le cosiddette “droghe dello stupro”, con procedure più semplici per rilevare l’assunzione di sostanze psicotrope e usarle come prova; esclusione dei reati del Codice
Rosso dal limite di 45 giorni per le intercettazioni; rafforzamento dell’obbligo di formazione specialistica su violenza domestica e di genere.
Il reato introdotto soprattutto in Sud America, Italia come Cipro e Malta
Diversi paesi, soprattutto in America Latina e in Europa, hanno introdotto il reato specifico di femminicidio o lo hanno riconosciuto nella loro legislazione penale. Tra questi figurano Messico, Costa Rica, Guatemala, Cile, El Salvador, Perù, Nicaragua, Bolivia. Gli stati europei che hanno introdotto il reato specifico di femminicidio sono pochi e includono Belgio, Croazia, Cipro e Malta. Altri Paesi, come la Spagna, hanno legiferato sulla violenza di genere.
Meloni: 'Un segnale importante di coesione'
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha definito il voto «un segnale importante di coesione della politica contro la barbarie della violenza sulle donne», sottolineando come l’introduzione del nuovo reato rappresenti «uno strumento in più accanto a quelli già previsti» per prevenire e reprimere condotte letali.
Una legge nata dal consenso bipartisan
Il provvedimento ha concluso così un percorso accelerato, iniziato in estate con l’approvazione al Senato e confermato integralmente alla Camera. L’unanimità della votazione è stata letta come un segnale istituzionale forte in un quadro politico spesso segnato da divisioni.
Ora la legge sarà pubblicata in Gazzetta Ufficiale e diventerà immediatamente operativa.
Nella foto il corteo organizzato a Modena da 'Non una di meno' a Modena, ieri 25 novembre 2025