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C’è stato un tempo in cui Silvio Berlusconi ai parlamentari del Movimento 5 Stelle non avrebbe fatto nemmeno “pulire i cessi”. Ma con il voto sul Quirinale alle porte il patron di Forza Italia è sempre più disposto a cambiare idea. La sua intervista al Tempo, in cui si dice favorevole al reddito di cittadinanza, una volta definita una 'inutile presa in giro', viene unanimemente letta come un tentativo quasi sfacciato ingraziarsi i voti della galassia grillina, comprendendo anche, anzi soprattutto, i fuoriusciti dal movimento che 'turandosi' il naso potrebbero votare Berlusconi alla quarta votazione, quando servirebbero soltanto 505 voti per salire al colle. Basta pensare che stando alle indiscrezioni parlamentari Berlusconi potrebbe già oggi contare su 480 voti. E, paradossalmente, converrebbe politicamente a tutti, o meglio ad un numero sufficiente per garantire l'ascesa del Cavaliere.
Niente elezioni anticipate, indennità garantita ai parlamentari fino al 2023 e Governo in carica fino alla scadenza naturale con Draghi alla guida. Ma c'è di più, molto di più, perché così ancora forse non basterebbe.
Nell'analisi della strategia del Cavaliere per l'incredibile scalata al Colle istituzionalmente più alto e prestigioso svolta da Alfonso Raimo e Ugo Cataluddi per l'agenzia Dire sarebbero diversi gli elementi che giocherebbero a favore di Berlusconi. L'elezione prossima di Draghi come diretto successore di Mattarella, e quindi l'ipotesi di elezioni anticipate, non è ben vista dalla maggioranza di governo e dai parlamentari. Per loro elezioni anticipate significherebbero 80-90 mila euro in meno. Motivazione importante, ma forse non sufficiente. Ed ecco allora che spunta una ipotesi sulla quale Berlusconi starebbe lavorando: non una candidatura per ricoprire l’intero settennato, ma per essere il traghettatore tra questo Parlamento e il prossimo.
Quando saranno elette le nuove Camere, con il taglio di un terzo di deputati e senatori, Berlusconi potrebbe dimettersi e agevolare l’elezione di un altro presidente della Repubblica che a quel punto potrebbe essere Mario Draghi.
E per riuscire ad avere i voti mancanti per questa elezione a scadenza, il Cavaliere starebbe puntando, e lo ha dimostrato in maniera piuttosto esplicita, sia ai parlamentari M5S ma, di fatto, agli ex. I destinatari reali delle sue attenzioni e delle sue lusinghe politiche, sarebbero quei 95 ex senatori ed ex deputati che costituiscono la componente più numerosa dei 267 cambi di casacca di questa legislatura. E’ vero che in gran parte gli ex M5s sono più radicali degli stessi M5s. Ma proprio per questo potrebbero finire per votare Berlusconi con il voto segreto, lasciando pure il dubbio che il sostegno a Berlusconi sia arrivato dal Movimento che ne uscirebbe ancora più scalfito nella sua credibilità politica.
Gi.Ga.
Redazione Pressa
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