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Il presupposto di questo contributo è quello che già aveva motivato la giunta Pighi, nel 2009, ad introdurlo: l'integrazione scolastica dei minori nomadi.
Che, in soldoni, si traduce in questo: visto che la scuola è oggettivamente uno dei maggiori veicoli e strumenti di integrazione, e visto che è molto difficile, se non in molti casi impossibile, convincere le famiglie nomadi a mandare i loro figli a scuola, le si incentiva pagando loro la benzina per portarli con mezzi propri vista la 'scomodità' o l'indisponibilità del trasporto pubblico.
La spesa complessiva annuale si attesta su 11.000 euro per circa 100 minori. L’assessora Urbelli ha spiegato che per quanto riguarda i contributi vengono assegnati sulla base dell’Isee e al regolamento varato dal Consiglio comunale, quindi secondo regole uguali per tutti i cittadini residenti sul territorio comunale, oltre che a fronte di un impegno personale richiesto dai servizi sociali.
Gli scorsi anni il provvedimento ha fatto scattare la critica di chi, in linea di principio, più che per le cifre in ballo, aveva contestato il privilegio concesso ai nomadi rispetto alle famiglia che non lo sono e per le quali, nonostante l'indicatore Isee, non esistevano delle misure di sostegno che contemplassero direttamente il rimborso per il trasporto del proprio figlio a scuola. Cosa che invece è prevista per i residenti nei campi nomadi del comune. Insieme ad altri contributi erogati nel 2017 dal settore Politiche sociali per le 69 famiglie residenti nelle microaree: ovvero, non solo per portare i figli a scuola, ma anche per la copertura di spese sanitarie (cure ortodontiche) e a sostegno alle attività sportive educative dei minori. Inoltre, con 2.880 euro è stata sostenuta una famiglia il cui figlio ha dovuto affrontare un trapianto di rene donato dal padre.
Una prassi che parte da lontanoUna prassi, quella di pagare di fatto la benzina ai nomadi che portano a scuola i loro figli, che prosegue dal 2009, quando il Comune stabilì di assegnare un contributo assistenziale alle famiglie residenti nei campi nomadi collocati nel territorio comunale a condizione di provvedere direttamente al trasporto a scuola dei propri figli. Ai tempi venne stabilito che il contributo per ogni giorno di effettiva frequenza, fosse €. 2,40 per i servizi educativi 0-6 anni, per le scuole primarie e secondarie di primo grado e €. 5,20, in ragione della maggiore distanza degli insediamenti, per i frequentanti le secondarie di secondo grado. Ovvero, più il campo nomadi dove vivono le famiglie nomadi è lontano dalla scuola di riferimento e più il contributo per la copertura delle spese per il trasporto privato aumenta.
Nel 2012 la nuova giunta comunale (quella guidata da Muzzarelli che successe a quella di Pighi), decise di mantenere il contributo ma di rideterminarne (riducendoli) gli importi del 30% a seguito delle sempre minori risorse disponibili nel bilancio comunale; il contributo per il trasporto scolastico alle famiglie degli alunni nomadi è così stato abbassato a €. 1,60 per i servizi educativi 0-6, per ogni giorno di effettiva frequenza e € 3,60 per le scuole primarie e secondarie di primo grado, in ragione della maggiore distanza dagli insediamenti. Che nulla cambia in termini di principio.