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'Il circolo dell’Unione degli Atei e degli Agnostici razionalisti (UAAR) di Modena esprime la sua profonda solidarietà alla preside Federica Ansaloni della scuola secondaria di I grado Focherini di Carpi che ha deciso di togliere dalle aule scolastiche i crocifissi. Ricordiamo che i crocifissi furono imposti nelle aule scolastiche con circolari di epoca fascista del 1924 e 1928, e trovano riferimento nel principio della religione cattolica come sola religione dello Stato, contenuto nell’art. 1 dello Statuto Albertino: principio che proprio il punto 1 del protocollo addizionale degli accordi di revisione del Concordato del 1984 considera espressamente non più in vigore'. A parlare è Enrica Berselli, coordinatore del Circolo UAAR di Modena.
'Troviamo quindi sconcertante la pretesa di alcuni genitori, e addirittura di alcuni docenti, di mantenere la presenza dei crocefissi nelle aule. Ai docenti in particolare ricordiamo che la Corte Costituzionale con la sentenza n.
203 del 12/4/1989 ha dichiarato la laicità supremo principio costituzionale e i dipendenti pubblici hanno il dovere di essere fedeli alla Costituzione della Repubblica. Non si tratta di un astratto principio teorico, ma di un vero e proprio strumento di libertà e di convivenza pacifica: dove esso è venuto a mancare, e ne abbiamo esempi anche vicino ai confini nazionali, si sono creati veri e propri disastri. Infatti la difesa della laicità (a scuola, come in ogni altro spazio pubblico), non è, come alcuni vorrebbero, un ossequio al desiderio di alcuni immigrati seguaci d'altre religioni. Se è vero che tanti italiani legittimamente professano il cristianesimo, è altrettanto vero che tantissimi altri sono atei (o comunque non credenti), oppure islamici, ebrei - continua Berselli dello UAAR -. Addirittura ci sono cristiani che considerano poco rispettoso, se non blasfemo, esporre il crocifisso fuori dai luoghi di culto, in contesti non adatti per quel simbolo per loro prezioso.
A chi ci chiede, e spesso accade, che fastidio possa darci un simbolo sul muro, rivolgiamo la medesima domanda: se un giorno i vostri figli dovessero sottostare ad un simbolo di un'altra religione, mettiamo la mezzaluna islamica, come vi sentirete, come reagireste? Così sembrando paradossale senza esserlo, il divieto d'esposizione non è una limitazione dei diritti dei cattolici, ma una difesa della loro, come della nostra libertà, poiché la laicità è appunto strumento di difesa per tutti. Ben venga quindi l'iniziativa di questa coraggiosa preside, e che sia d'esempio per tanti che, magari per quieto vivere, non osano applicare con tanta fermezza i valori costituzionali'.
Redazione Pressa
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