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Hera, che gestisce anche l'inceneritore di Modena dove confluisce una sempre maggiore quantità di rifiuti sempre più vicina alla soglia limite delle 240.000 tonnellate, ora chiede di alzare anche la quota (fissata 58.000 tonnellate annue), di rifiuti da conferire in discarica, fino a portarli a 70.000 tonnellate e contestualmente di potenziare i limiti dello scarico nelle fognature pubbliche.
La richiesta di aumento di 12.000 tonnellate all’anno per l’impianto di via Cavazza, presentata da Hera (Clicca qui per il documento affisso all'albo pretorio) - è già stata al centro di un acceso dibattito in Consiglio regionale generato da una interrogazione del gruppo M5Sche ha contestato il provvedimento dichiarandolo in contro-tendenza con gli obiettivi del piano regionale dei rifiuti che ha come obiettivo un sempre minore ricorso all'utilizzo della discarica.
Fatto sta che a seguito di una richiesta formalmente completa, come quella presentata appunto da Hera relativa all'ampliamento del limite massimo di rifiuti da conferire in discarica, c'è l'obbligo, da parte delle istituzioni, di esaminare il tutto e, soprattutto, di pubblicarla affinché chiunque possa presentare osservazioni di merito.
Ed è quanto è possibile fino al 21 settembre. La Regione con Arpae Sac di Modena e tutti i soggetti competenti esaminerano la proposta. Dopo la procedura di screening Arpae farà un’istruttoria in cui si valuteranno i giudizi e le osservazioni di merito.
Fatto sta che Modena, che già da ora è punto di riferimento regionale per quantità di rifiuti conferiti sia in discarica che nell'inceneritore, si candida a diventare 'regina dei rifiuti'. Con la discarica di via Cavazza che ha un ruolo centrale ‘per il trattamento di percolati delle discariche di Modena, Finale Emilia, Zocca, Montefiorino, Fanano, Pievepelago, e delle discariche esaurite di Ferrara e di Sant’Agata Bolognese, Bentivoglio, Galliera e Guelfa-Bologna’.
L’impianto di via Cavazza. Attualmente la discarica di via Cavazza ha una superficie di 150.000 metri quadrati e comprende l’impianto chimico-fisico, che è oggetto della richiesta di incremento, il termovalorizzatore e il depuratore biologico (entrambi non oggetto di verifica). È autorizzato a trattare i rifiuti speciali liquidi pericolosi e non pericolosi che arrivano trasportati dalle autobotti. Ora ne può smaltire 58.000 tonnellate l’anno di cui 18.000 arrivano dal trattamento di percolato di discarica e acque di scarto. Ha due linee di produzione indipendenti che funzionano una in alternativa all’altra. Se la richiesta di Hera dovesse andare in porto, attraverso il si della Regione e degli organismi tecnici, tali rifiuti salirebbero a 70.000, con tutte le conseguenze del caso.