Prescrizione: il no dei penalisti alla riforma Bonafede

Quarto giorno di astensione dalle udienze nello sciopero proclamato dalle Camere Penali: 'Si violano i principi costituzionali in materia di giusto processo'
Quarto giorno di astensione dalle udienze nello sciopero proclamato dalle Camere Penali: 'Si violano i principi costituzionali in materia di giusto processo'
l’inflizione delle più gravi sanzioni previste dal nostro ordinamento ad enorme distanza di tempo dalla commissione del reato, con buona pace di qualsiasi utilità della pena sia delle esigenze di 'difesa sociale' tanto sbandierate negli ultimi anni'. E' uno dei rischi evidenziati questa mattina, e sintetizzati nell'emblematico volantino con su scritto 'processo infinito', dai rappresentanti della Camera Penale Carl'Alberto Perroux di Modena. Aderenti all'astensione dalle udienze e ad ogni altra attività in materia penale proclamata dal 21 al 24 ottobre dall’Unione delle Camere Penali Italiane contro la prossima entrata in vigore, dal 1° gennaio, della “riforma” della prescrizione dei reati approvata dal precedente Governo e confermata da quello attuale.
'Vogliamo denunciare la grave lesione del principio di ragionevole durata del processo penale sancito in Costituzione in seguito alla prossima entrata in vigore della riforma' - ha affermato l'avvocato Gianpaolo Ronsisvalle. 'Questa modifica normativa sancirà la sospensione del decorso dei termini di prescrizione dei reati con la pronuncia della sentenza di primo grado sino al “giudicato definitivo”, senza peraltro operare alcuna distinzione tra sentenza di condanna o di assoluzione.
Simile riforma determinerà, nei fatti, la celebrazione di procedimenti penali potenzialmente infiniti con grave danno sia per gli imputati, presunti innocenti sino alla pronuncia di una condanna in via definitiva, sia delle vittime dei reati che vedrebbero frustrate le proprie aspettative di giustizia a causa di tempi processuali oltremodo irragionevoli.
Ancora una volta lo Stato – che da pochissimo tempo aveva “allungato” i termini di
prescrizione con provvedimenti duramente criticati dalla avvocatura e dalla gran
parte dei massimi scienziati del diritto penale italiano – scaricherebbe le conseguenze
delle proprie inefficienze sui cittadini, così frustrando i più elementari diritti scolpiti
nell’art. 111 della nostra Costituzione con cui si è stabilito che il processo, per essere
giusto, debba essere definito in tempi ragionevoli'
'I dati ministeriali e recentissimi dati forniti da EURISPES - conclude Ronsisvalle - mostrano inoltre come la riforma prossima alla entrata in vigore non potrà determinare risultati significativi, perché la maggior parte delle declaratorie di prescrizioni riguarda la fase delle indagini preliminari, che non è toccata dalle riforme: la maggior parte dei reati continuerà, dunque, a prescriversi ben prima dell'inizio del processo.
Simile modifica appare dunque la evidente manifestazione di una cultura intrisa di populismo giudiziario, lontana dai principi liberali propri dei paesi democratici, che vede nell’imputato un colpevole da punire a prescindere dalla celebrazione di un equo processo.
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