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Lo sguardo si posa a terra e, con ribrezzo, ci si ritrova a fare uno slalom tra siringhe e bottiglie di birra abbandonate. Siamo in viale Guido Mazzoni, all'altezza di via Paolo Ferrari. Sono le 11 di un fresco lunedì mattina di settembre pieno di sole. Il centro di Modena è a due passi, così come il tanto incensato museo Casa Enzo Ferrari, meta dei tanti turisti stranieri che in questi mesi hanno ripreso a visitare la città. Eppure il biglietto da visita che Modena regala è questo. Se si volta lo sguardo verso la Ghirlandina non può non ritornare alla mente l'omicidio di Friday Endurance, avvenuto in una domenica d'agosto in viale Vittorio Emanuele. Un biglietto da visita di una città tanto ricca quanto rassegnata al degrado e allo spaccio.

Mentre contiamo quasi meccanincamente le siringhe abbandonate a terra, lungo la scalinata frequentata da anziani e bambini che raggiungono il centro nel giorno di mercato al Novi Sad, un ragazzo centrafricano con gli occhi coperti da treccine ci chiede se abbiamo bisogno di qualcosa. 'No grazie, non serve nulla'. Inutile cercare un sorriso di complicità, il giovane passa oltre alla ricerca di un altro possibile cliente.
Saliamo la scala che porta alla passarella pedonale del cavalcavia. Di fianco un Suv passa sulle strisce senza fermarsi, mentre sotto un giovane nordafricano scende dall'auto e chiede perchè facciamo foto. Tre, quattro, cinque siringhe. Una ad ogni gradino. E tornano in mente le assurde regole della raccolta porta a porta varata da Hera. Forse togliere quelle siringhe sarebbe una maggiore priorità rispetto all'insegnare agli anziani il separare la carta della bottiglia dal resto della confezione in vetro. Forse, ma è fin troppo facile pensarlo. Allunghiamo il passo fino a raggiungere il parcheggio di piazza Darsena, tra le auto cartacce, vetri, addirittura una sedia di plastica spaccata. Saliamo in auto con quella fastidiosa impressione di ritrovarsi in una terra di nessuno in casa propria che non si stacca dalla pelle. E con la consapevolezza che, in fondo, a tutti vada addirittura bene così.
g.leo.
Redazione Pressa
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