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'Non posso essere chiamato a rispondere per mia attività parlamentare'

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Cosìl'ex senatore Carlo Giovanardi è intervenuto questa mattina in Tribunale a Modena convocato come imputato al processo che lo vede coinvolto


'Non posso essere chiamato a rispondere per mia attività parlamentare'
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'Sono stato per 26 anni parlamentare ricoprendo il ruolo di presidente di gruppo, vicepresidente della Camera, presidente della Giunta per le autorizzazioni di Montecitorio, ministro e sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio. Come membro del governo ho giurato di 'essere fedele alla Repubblica, di osservare lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell'interesse esclusivo della Nazione'. Ricordo che l'articolo 68 primo comma della Costituzione sancisce che 'i membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell'esercizio delle loro funzioni'. La legge 140 del 2003 prevede poi che l'articolo 68 si applica non soltanto a tutte le attività parlamentari tipiche svolte intra moenia, ma anche ad 'ogni altra attività di ispezione, divulgazione, di critica e di denuncia politica connessa alla funzione di parlamentare, espletata anche fuori dal Parlamento'.

Questa attività mi ha visto per tutta la durata del mandato impegnato pubblicamente per appoggiare o criticare a Modena opere come la Cispadana, la Nuova Estense, il passaggio della Alta Velocità, la Modena Sassuolo, il restauro della Ghirlandina, la salvaguardia del Parco delle Rimembranze... intervenire per le crisi aziendali, difendere le produzioni doc locali a Roma e a Bruxelles, sostenere lo stoccaggio del gas nella Bassa, contestare inchieste giudiziarie come quelle in cui morì tragicamente Don Giorgio Govoni ed ad incontrare centinaia di cittadini che si rivolgevano al loro deputato per segnalare disfunzioni, ritardi, omissioni o contrasti con le pubbliche amministrazioni'.
Così l'ex senatore Carlo Giovanardi è intervenuto questa mattina in Tribunale a Modena convocato come imputato al processo che lo vede coinvolto con le accuse di minacce a corpo politico, amministrativo e giudiziario, rivelazione di segreti d’ufficio e minacce e oltraggio a pubblico ufficiale per le presunte pressioni, nel 2016, su alcuni funzionari della prefettura e del gruppo interforze che dovevano decidere sulla 'white list’.

'Lo stesso interessamento l'ho avuto, su loro richiesta, e sempre senza ricavarne nessuna utilità personale, dopo il terremoto del 2012 per imprese del territorio, come la GeCo, la Baraldi, la Lobello , la Ahrcos, la Bianchini del padre e la Ios del figlio, tutte gestite allora da incensurati, colpite da interdittive le cui modalità non mi convincevano. Tutte queste aziende, compresa la Ios di Bianchini, sono state successivamente riabilitate, alcune purtroppo sono nel frattempo fallite, mentre il solo Augusto Bianchini ha avuto una condanna in primo e secondo grado ed è in attesa della Cassazione - ha aggiunto Giovanardi -. Su questi casi, e più in generale sulle interdittive ho presentato atti di sindacato ispettivo e sono intervenuto più volte in Commissione Antimafia, in Commissione Giustizia ed in Aula del senato, a nome del gruppo parlamentare a cui appartenevo. Rilevo con soddisfazione che la riforma legislativa che avevo più volte auspicato in Parlamento e fuori, la cui necessità era stata caldeggiata anche dal Consiglio di Stato, si è realizzata con la legge 29 dicembre 2021 nr 233 , pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 31/12. La nuova legge prevede infatti che se il Prefetto ritiene sussistenti i presupposti per l'adozione della interdittiva ne dà tempestiva comunicazione al soggetto interessato indicandogli gli elementi sintomatici del tentativo di infiltrazione, instaurando così un contradditorio'.

'Già in Commissione al Senato nel 2013 il Governo aveva accolto un mio ordine del giorno, frutto di un Convegno sulle interdittive svoltosi a Modena in campagna elettorale, con la partecipazione del professori Gianpaolo Cogo, nel quale si indicavano le modifiche da introdurre in quella normativa. La Giunta per le Autorizzazioni del Senato ha poi approvato il 20 di gennaio la proposta del relatore per l'Aula, secondo la quale tutti i capi di imputazione di questo processo a mio carico rientrano nell'ambito delle opinioni non sindacabili espresse da un parlamentare in carica (art 68 primo comma), proposta già formalmente depositata per il voto in Aula. Questa decisione si aggiunge al già deliberato dalla Giunta conflitto di attribuzione presso la Corte Costituzionale per l'utilizzo in questo processo di videoriprese, senza la prevista autorizzazione della Giunta stessa, video a suo tempo fraudolentemente ripresi da un privato ed utilizzato come prova per il mio rinvio a giudizio immediato, saltando la fase processuale davanti al Giudice per l'Udienza preliminare. L'articolo 68 secondo e terzo comma della Costituzione prevede infatti che 'per sottoporre i membri del Parlamento ad intercettazioni, in qualsiasi forma, di conversazioni o comunicazioni e a sequestro di corrispondenza' è necessaria la autorizzazione della Camera di appartenenza. La scorsa settimana il Parlamento è stato impegnato per l'elezione del Capo dello Stato e questa settimana per il Giuramento dello stesso. Allo stato degli atti, ed in attesa del pronunciamento dell'Aula, non posso contraddire il mio giuramento di fedeltà alla Costituzione ed in particolare all'articolo 68 Costituzione, dopo che la giunta ha deliberato che tutta la mia attività rientra nell'ambito di opinioni espresse su cui non posso essere chiamato a rispondere - ha chiuso Giovanardi -. Naturalmente, nel caso che l'Aula non dovesse condividere il voto della Giunta, rimango a vostra disposizione per essere sottoposto ad interrogatorio'.

Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 

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