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Il 28 novembre 2016 con ordinanza Commissariale nr°8/2016, la Regione Emilia Romagna ha autorizzato l’Agenzia per la Sicurezza Territoriale e Protezione Civile ad eseguire lavori di riduzione delle presenze arboree nei torrenti di competenza Regionale del bacino pedecollinare del Panaro. In particolare sono stati approvati ed assegnati alla ditta P.S.C. Costruzioni srl di Parma i lavori di pulizia del Torrente Nizzola lungo tutto via Nizzola in località Solignano Nuovo di Castelvetro di Modena. I lavori per un importo di 175.000 euro, avevano data consegna 6/10/2017 con un tempo contrattuale di esecuzione di 90 giorni'. A parlare è Stefano Pellicciari, consigliere Consorzio Burana.
'Il 5 gennaio 2018 i lavori erano stati ultimati e la situazione sul Torrente in quel tratto era di estrema pulizia, tale per cui nessun albero di alto fusto era stato lasciato sul percorso (qui ci sarebbe anche da aprire un serio dibattito sul disastro ambientale creato da tagli indiscriminati senza un minimo di controllo da parte degli Enti preposti alla salvaguardia di habitat ed ecosistemi) - continua Pellicciari -.
Nel frattempo il Consorzio di Bonifica Burana, all’interno dei lavori montani che annualmente deve eseguire in qualità di presidio idrogeologico, aveva individuato 7 alberi di alto fusto (pioppi) che avrebbero potuto creare problemi al normale deflusso idrico sul Torrente Nizzola in un tratto di 110 metri su Via Nizzola tra Via Borgorondone e Via Fornaci in località Solignano Nuovo di Castelvetro di Modena. Il progetto prevedeva che l’intervento avesse un costo di 17.000 euro e che, con delibera del Comitato Amministrativo del Consorzio, fosse assegnato all’Azienda Boschiva F.lli Valentini srl di Spilamberto con data consegna lavori 29/1/2018 e data presunta di fine lavori 17/2/2018. In pratica due interventi abbastanza simili tra loro sono stati commissionati sullo stesso tratto del Torrente, rendendo il secondo, assegnato da Burana, completamente inutile ed infattibile'.
Di qui Pellicciari pone una serie di domande.
'Le domande che ci poniamo ora sono:
1) Come è possibile una sovrapposizione di lavori di pulizia nello stesso tratto di territorio da parte di due enti quali la Regione Emilia Romagna ed il Consorzio di Bonifica Burana quando il buon senso suggerirebbe una continua sinergia?
2) Chi glielo dice ora al Presidente del Consorzio di Bonifica Burana che non ci sono più i 7 pioppi da abbattere?
3) I lavori del non abbattimento verranno comunque pagati?
4) Questa sovrapposizione come si concilia con il comunicato stampa, uscito proprio due giorni fa, in cui il Presidente del Consorzio celebrava gli investimenti programmati per il 2018 sui lavori montani che solo grazie al nostro apporto continuo sono passati da 510.000 € nel 2016 a 645.000 € nel 2018 e che comunque appaiono ben poca cosa in confronto al contributo dei consorziati montani di 1.400.000 € circa all’anno (gli interventi raggiungono appena il 46% dei contributi, il che significa che il restante 54% viene speso come costo di gestione del Consorzio)?
5) Cosa dovrebbero pensare i consorziati di Castelvetro che nonostante i circa 700.000 € sborsati al Consorzio dal 2011 al 2015 hanno visto solo 24.000 € di interventi effettuati in quegli anni sul loro territorio ed un non lavoro da 17.000 € ora?'.
Redazione Pressa
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