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'Un anno di siccità, una doppia beffa per i cittadini del Burana'

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La denuncia di Stefano Pellicciari che spiega il perché di una situazione che 'penalizza' chi ha immobili nel territorio del Consorzio: 'E la Regione è assente'


'Un anno di siccità, una doppia beffa per i cittadini del Burana'
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'L’anno 2017 sarà ricordato come un anno estremamente siccitoso in particolare modo per i nostri due fiumi aggiori Panaro e Secchia.  I prelievi per scopo irriguo di acqua da parte dei vari Consorzi, complice il grande caldo e
la carenza di piogge, hanno causato la loro completa aridità già a metà estate, nonostante i cittadini abbiano spesso richiamato l’obbligo del mantenimento del Deflusso Minimo Vitale unica speranza per le varie specie di fauna ittica presenti negli alvei. 

In breve tempo ci siamo ritrovati i nostri fiumi in secca e la moria di specie protette è stata devastante.
Il tutto sotto gli occhi di una Regione Emilia Romagna completamente assente, lontana dai problemi ambientali, incapace di fare programmazione e gestire situazioni già ampiamente previste.

Dal canto loro i Consorzi di Bonifica hanno evidenziato quanto il loro interesse ambientale sia pressochè nullo, nel momento in cui potevano essere intaccati gli interessi economici dei loro maggiori consorziati, gli agricoltori, per i quali l’acqua diventa un bene di primaria necessità durante il periodo estivo.

A differenza dei citati fiumi il più grande fiume italiano è invece riuscito ad avere, durante tutto il periodo estivo, una discreta portata di acqua, proveniente dai grandi laghi e probabilmente dalla preoccupante situazione di scioglimento dei ghiacciai alpini. 
Da sempre si sa che “l’acqua la va a la basa” e per convogliarla verso i campi occorre prima estrarla con pompe, per la maggior parte elettriche, immettendola nei canali in gestione ai Consorzi ( i canali hanno il doppio ruolo di scolmatori dell’acqua in eccesso in periodi piovosi invernali e come riserva idrica nei periodi siccitosi estivi ) che poi la porteranno nei campi per uso irriguo agricolo.

Superfluo precisare che queste pompe hanno grandi costi di manutenzione ma soprattutto di funzionamento essendo grandi consumatori di energia elettrica.

Il Consorzio di Bonifica Burana, dopo avere previsto per quest’anno una spesa di 1.118.000 euro per la sola energia elettrica a scopo irriguo ( beneficio idrico a favore dei soli agricoltori ) e di 187.

000 euro per energia elettrica a scopo di scolo ( quindi di beneficio di bonifica di tutti gli abitanti della bassa pianura ) per un totale di 1.305.000 (
ben lontano da quello che si è poi verificato in cui si suppone di spendere circa 2.000.000 euro in energia elettrica ), si trova costretto a deliberare variazioni di bilancio per 360.000 euro ( delibera 362/2017 del Comitato Amministrativo ) per coprire i costi aggiuntivi (parte di questi costi, circa 300.000 euro, saranno coperti anche dal Consorzio di Bonifica di Ferrara per cui attingiamo acqua per irrigazione per i loro canali in periodo estivo ).


Se poi andiamo a verificare il bilancio consuntivo del 2016, relativo alle spese di energia elettrica, ricaviamo che le spese per lo scolo sono state di 154.373 euro, mentre per lo scopo irriguo di 1.069.000 euro , per un totale di 1.224.000 euro.

Da Bilancio Consuntivo 2016 
In percentuale possiamo affermare che i costi della sola energia elettrica siano circa il 13% per lo scopo dello scolo e dell’87% per lo scopo irriguo.
Come sappiamo i consorziati di pianura sono tenuti a pagare la quota di iscrizione al ruolo perché proprietari di fabbricati o terreni per un beneficio di bonifica e difesa dalle acque montane e per una attività di provvista e distribuzione di acqua per i proprietari di terreni irrigati.
Se consideriamo che nella parte a nord di Modena ( quindi da Modena al Mantovano ) il Consorzio è autorizzato dai piani di classifica, su cui la Regione ha espresso parere favorevole, a prelevare ( dati bilancio consuntivo 2016 ) circa 7.135.000 euro dai consorziati come contributo di bonifica idraulica ( quindi di scolo ) e circa 2.764.000 euro
come contributi irrigui, sorge subito in evidenza che il totale di circa 9.900.000 euro dei contributi della pianura è formato per il 72% dai contributi di bonifica e dal 28% dai contributi irrigui.

Se infine consideriamo che i canali in gestione al Consorzio Burana sono usati di solito in periodo invernale come attività di scolo ed in periodo estivo come attività irrigua, possiamo pensare che anche la manutenzione, l’uso delle macchine operative ed il personale
addetto siano pressochè gli stessi per l’attività di scolo che per l’attività di bonifica, mentre il costo certo dell’energia elettrica è di molto superiore per l’attività irrigua.
Ecco allora che non ci è per nulla chiaro come mai i contribuenti di bonifica siano costretti a coprire per il 72% i costi del Consorzio rispetto ai contribuenti irrigui,
quando per questi ultimi vengono spesi l’87% dei costi di energia elettrica; a maggior ragione sarà per il 2017 in cui la siccità ha fatto lievitare i costi di energia per le irrigazioni.

A questo strano sistema di condivisione dei costi dovrebbero risponderci i componenti del CdA del Consorzio i Burana, formato per 19 ventesimi da associazioni di agricoltori, e gli amministratori Regionali che hanno sostenuto questo stato di cose. 
Inoltre ci preoccupa il fatto di lasciare un bene cosi importante come la gestione delle risorse idriche, in mano ad un Consorzio che non sembra minimamente preoccupato se :
1) il suo sistema di elezione, non ci stancheremo mai di ripeterlo, è altamente antidemocratico ( iniziando dal sistema di voto che doveva essere elettronico dal 2012, al sistema di ripartizione dei Consiglieri in cui il consorziato che paga di più ha diritto ad esprimere più voti rispetto a chi paga meno ). 

2) la legge spesso non viene rispettata (DMV deflusso minimo vitale ignorato e morie di pesci)

3) la Regione si disinteressa e non controlla (hanno cercato soluzioni dopo molteplici segnalazioni di cittadini e associazioni) 4) i cittadini tutti pagano per i benefici di pochi Cui prodest?

Inoltre nel bilancio preventivo 2018 si è parlato di un aumento MEDIO delle tariffe per il prossimo anno di 1,78% dovuto alla inflazione …. Difficile commentare ma almeno speriamo che sia spalmato in particolare sulla quota
irrigua variabile'

Stefano Pellicciari

 


Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 

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