Un documento, quello di dieci anni fa, sottoscritto dall'attuale ministro dell'interno e allora Viceministro (uomo che la storia politica di questi ultimi anni conferma adatto a 'tutte le stagioni'), che delineava 'le politiche per la sicurezza urbana, puntando sempre di più - rileggiamo dal documento - sia alla prevenzione dei reati sia all'incisività delle azioni di contenimento, dando priorità all’ascolto dei cittadini e al confronto con tutte le espressioni del tessuto sociale, associativo, produttivo, del mondo del lavoro e della rappresentanze delle comunità immigrate, per definire quindi in maniera condivisa e partecipata le strategie di intervento'
Un Patto
Il documento, di durata biennale doveva garantire la continuità con i precedenti “Contratti di sicurezza” siglati tra Comune e Prefettura, elenca soggetti, ruoli, tempi, risorse e criteri di valutazione di tutte le azioni che i due soggetti istituzionali – in collaborazione con altri soggetti pubblici e del privato sociale - metteranno in campo e che troveranno un punto di accordo operativo in un apposito comitato che sarà espressione della volontà di agire in modo integrato delle varie forze sul territorio, nel pieno rispetto delle rispettive competenze e delle normative vigenti.
La maggiore integrazione tra le varie forze di polizia sarà applicata in particolare nelle azioni della Polizia di Prossimità, nella gestione delle segnalazioni da parte dei cittadini, nella gestione del sistema di videosorveglianza e in tutte quelle situazioni di grande complessità, simili - per citare l’esempio più importante – al complesso Rnord, in cui si è dimostrata fondamentale la condivisione delle conoscenze e delle competenze'.
Un patto che puntava a maggiori azioni per la prevenzione dei reati che destavano maggiore allarme sociale e la ferma volontà di controllo e accertamento dei fenomeni di illegalità e criminalità economica.
Desolanti conclusioni, simbolo di un patto che come altri rimase per buona parte sulla carta, che vennero condivise da tutte le forze di maggioranza che a due anni dalla firma del Patto decisero non a caso di approvare l'ODG del PD che chiedeva al Governo di onorare quegli stessi impegni sanciti dal patto due anni prima.
A conferma che il problema non è quello dei 'Patti' ma è quello di avere la volontà politica di farli rispettare e di verificarli, alla scadenza, punto per punto, Anche solo per tararli. Cosa che a Modena non ricordiamo sia mai stata fatta, almeno con la stessa enfasi con cui quei patti furono firmati. Non abbiamo mai visto e sentito tracciare un bilancio punto per punto sul come promesse ed impegni si siano tradotti in azioni e risultati concreti. Sulla sicurezza integrata, sulla polizia di prossimità, sul Poliziotto e sul vigile di quartiere (ancora richiesti a gran voce oggi), fatti sparire senza spiegazioni ufficiali, su quanto specifiche azioni abbiano inciso sulla lotta ai singoli reati. E forse, su questo punto, prima di riproporre un altra pomposa firma, sarebbe meglio guardarsi un po indietro, a dieci o anche solo ad un anno fa. Anche solo per correggere il tiro.
Gianni Galeotti