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Sei racconti, dalle tinte surreali ma allo stesso tempo in grado di tratteggiare personaggi nei quali il lettore può ritrovare tanti personaggi e volti modenesi. L'ultimo libro dello scrittore di origine mirandolese Francesco Baraldini, 'Oklahoma city - storie efferate e ciniche', con illustrazioni di Monica Morselli edito da Artestampa, unisce le caratteristiche tipiche del genere poliziesco al gusto per l'iperbole e l'assurdo. Un modo originale per svelare le debolezze e le derive personali dei protagonisti nei quali ognuno si può specchiare.
'Legate dal filo conduttore della stravaganza e del surreale, ciascuna ambientazione differisce dalla precedente e porta sulla scena personaggi a volte balzani, a volte cinici, di certo sempre sorprendenti, fautori di conclusioni inaspettate' - si legge nella presentazione della raccolta. 'Il confine tra il reale e l'immaginario si fa sempre più labile attraverso la polifonia di voci che, sotto il velo della stramberia, sussurrano riflessioni sempre attuali'.
Funziona così per 'La uoma e la vecchia cabriolet' dove il rapporto tra una tenace avvocato e una professionista delle truffe si trasforma in una amicizia vera che finisce in modo tragico ma, allo stesso tempo, con un leggero 'non importa, ci siamo divertite'. Una amicizia che viene ridicolizzata in 'Amici per la pelle' che mette in scena l'indifendibile passione di un collezionista di tatuaggi. La decadenza dell'occidente e dei suoi valori, rappresentata dal sisma che fa cornice al 'Golfino rosso', è invece un pretesto per descrivere l'opportunismo di chi non si ferma davanti a nulla, nemmeno davanti alle tragedie...
Francesco Baraldini spiega come la scrittura rappresenti per lui una cura, una catarsi rispetto agli affanni della realtà. E nel sublimare le proprie ferite, Baraldini riesce a dare voce alle angosce e alle paure di tutti, a descriverle con leggerezza esorcizzandole.
Per gli appassionati dei dettagli una caricatura dell'autore, firmata dal noto artista modenese Wainer Vaccari, fa da cornice finale al libro. Decimo di una lunga serie e non certo l'ultimo, perchè, come lo stesso autore spiega, un altro volume è in cantiere con altri sei racconti. Per chiudere una Spoon river in chiave emiliana, dai contorni amari, ma allo stesso tempo divertenti. Perchè non vi è nulla di più salutare che riuscire a sorridere dei propri difetti e, quando è possibile, anche delle proprie disgrazie.
Giuseppe Leonelli
Redazione Pressa
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